Note di regia di "Paradiso"
La cosa bella del cinema documentario, del cinema della realtà come viene giustamente chiamato, è che “obbliga” il regista ad aprire gli occhi, a guardare con attenzione: un gesto tanto semplice quanto spesso negletto, almeno nel senso profondo del significato… Vale a dire prendere coscienza e lasciarsi sorprendere dalla realtà che si ha di fronte!
È quello che ho cercato di fare con PARADISO… E la sorpresa, e l’emozione, di trovarsi di fronte a una suora che ha consacrato la sua vita agli altri e che in gioventù voleva fare la modella ispirandosi a Naomi Campbell; a un militare dell’esercito degli Stati Uniti d’America che presiedendo la Corte Marziale non voleva, e non poteva, rinunciare a quel sentimento di misericordia di fronte all’essere umano che doveva giudicare; a un giovane che non pensa a un Paradiso futuro, ma a “un mondo Paradiso”, qui e ora; a una anziana donna del Gabon che quando parla sembra di ascoltare un Gospel (senza musica, ma è come se ci fosse!); a una coppia di giovani arabe mussulmane che, stagliate contro la sagoma della cupola di San Pietro, evocano un Dio unico per tutte le religioni: cristiana, mussulmana o ebraica; alle lacrime di una bellissima ragazza russa, arrivata a Roma da sola per festeggiare la notte di Natale in Piazza San Pietro, travolta dall’emozione perché finalmente qualcuno le ha chiesto di parlare della sua vita più intima e vera invece che di lavoro e successo… Ecco la sorpresa e l’emozione di trovarmi di fronte a questi esseri umani è stata davvero molto forte!
Stefano Consiglio