Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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KATIA BERNARDI - "Con le Funne tre anni di vita e lavoro"


Intervista alla regista del documentario che racconta la prima volta al mare di un gruppo di 80enni


KATIA BERNARDI -
"Funne - Ragazze che Sognavano il Mare" è senza dubbio uno dei documentari più interessanti dell'ultima stagione cinematografica italiana, la storia di un gruppo di temerarie ultraottantenni che cercano in tutti i modi di riuscire, per la prima volta, a vedere il mare. Lo ha diretto Katia Bernardi e, alla vigilia dell'uscita in sala, l'abbiamo intervistata.

Hai dichiarato che l'incontro tra te e le "funne" è stato casuale, puoi spiegarci meglio?

Sono trentina, conoscevo questo territorio anche perché vi ho girato un mio precedente lavoro, Gli uomini della luce. Quegli uomini altro non erano che i mariti delle mie funne, e con il Comune è poi nata l'idea di provare a raccontare questo territorio dal punto di vista femminile.
Mi aspettavo di incontrare un gruppo di anziane tranquille, dedite al cucito o alla polenta, e invece ho trovato sia questo sia un gruppo di donne dalla forza straordinaria. Ho sentito in loro la voglia, il bisogno di uscire da questo paese, di fare esperienze altre, nonostante gli 80 anni di media. Poi il momento fatale, quando ho scoperto che molte di loro non avevano mai visto il mare.

Un lungo lavoro, da quel momento in poi.

Sì, tre anni in tutto: un anno di riprese, dal 5 agosto 2014 al 5 agosto 2015, giorno in cui siamo arrivate al mare, in Croazia.
Prima l'incontro con loro, poi le interviste per conoscerle, poi l'idea di racimolare la somma necessaria per andare al mare da sole, trovando un modo per farcela.
La prima mossa sono state le torte da vendere, ma i soldi racimolati erano troppo pochi. Poi quella di copiare i pompieri del posto facendo un calendario, ma è nata la prima crisi interna al gruppo perché non tutte erano convinte (l'idea era quella di rappresentarsi mettendo in scena il loro sogno).
Le donne iniziano a essere viste come ribelli nel loro paese, solo alcune delle dodici decidono di andare avanti: infine l'idea decisiva del crowdfunding, e inaspettatamente la comunità virtuale si innamora di loro, la notizia fa il giro del mondo e in una settimana raccogliamo il doppio dei soldi che servivano!

Una storia che è diventata anche un libro.

La BBC aveva mandato una giornalista al paese, un editor di Mondadori lo scopre, viene a conoscenza di questa storia e mi chiama per scrivere un libro su di loro.
Non ho mai avuto prima ambizioni letterarie, è la mia prima volta, è un sogno anche per me: mi sono buttata in questa avventura con gioia, ho potuto anche raccontare scene che non ero riuscita a girare.
Il libro ora è andato in ristampa, hanno acquistato i diritti anche in Spagna e Germania: è il mio "pezzo" di favola personale!

Ora il film arriva in sala con un tour che parte da Trento.

Sì, qui non lo abbiamo mai proiettato e c'è grande attesa. Solo alcune di loro, che hanno seguito in pullman la proiezione al festival di Roma, hanno visto il film: era stato un sogno realizzato per loro, ora arriva il momento della proiezione a casa loro.
C'è stata la messa in onda natalizia del film, la comunità sta reagendo con grande emozione, paura del nuovo, reazioni umane di turbamento: è una comunità di soli 500 abitanti di un paesino sperduto, il rischio che si rompano degli equilibri c'è...

17/01/2017, 15:04

Carlo Griseri