Note di regia di "Lunādigas"
Son passati molti anni da quando abbiamo cominciato a pensare a una ricerca sulle donne senza figli. L'idea č arrivata all'improvviso, proprio come un'urgenza messa via da troppo tempo. Ci č parsa subito una sfida difficile verso noi stesse per prime, donne senza figli , ma necessaria per cercare di sbrogliare il nodo che questa scelta comporta per tutte le donne. L'esigenza di metterci subito al lavoro si č scontrata da principio con l'accoglienza piuttosto tiepida delle prime donne coinvolte: le nostre certezze hanno vacillato, cč voluto del tempo per acquisire, noi per prime, la giusta consapevolezza sulla condizione che volevamo raccontare.
La nostra presa di coscienza ha funzionato; poco a poco abbiamo avvertito chiaramente l'esigenza prepotente da parte delle protagoniste di prendere la parola. Il racconto parte dal privato di ciascuna e immediatamente diventa universale e riguarda tutte: la condizione č comune a gran parte delle donne del mondo occidentale, pur nelle diverse e soggettive declinazioni culturali, economiche e sociali. In realtā intorno a questa condizione cosė diffusa si č scritto e detto pochissimo: qualche pubblicazione in Italia, qualcuna in pių nei paesi europei. Esistono ricerche sociologiche piena di grafici e diagrammi che interpellano un campione di donne che vale per tutte. La nostra esperienza di lunādigas ha favorito un meccanismo automatico di condivisione, un'atmosfera di interesse, adesione, caratterizzata da un abbandono senza riserve a condividere la propria personale esperienza.
Ed ecco le confidenze e le parole sorprendenti, i temi inaspettati; sentiamo che č finalmente arrivato il momento di parlare dopo anni di silenzio e la risposta č arrivata palpitante, sincera, vibrante. Per noi a quel punto č stato impossibile restare confinate dietro la macchina da presa per raccontare un'esperienza anche nostra: abbiamo cosė scelto di comparire con il nostro corpo e le nostre storie personali, per affermare che quel mondo ci riguarda e ne facciamo parte a pieno titolo. La nostra partecipazione č inserita in una cornice musicale e iconografica ispirata agli anni Cinquanta; una scelta stilistica che ci ha fatto tornare bambine.
Nicoletta Nesler, Marilisa Piga
27/01/2017, 10:38