Note di regia di "Amore Prossimo"
Amore Prossimo, come futuro probabile, come possibilità.
Amore Prossimo, come ama il tuo prossimo, come ci hanno sempre insegnato.
Amore Prossimo, come qualcosa che è lì, ma non la vedi necessariamente.
Salvatore e Giuliano sono amici. Si allenano e giocano a basket in un parco di periferia. Vivono lo sport come un rituale, con le sue regole e i suoi codici. Quando si riposano a bordo campo si confidano
i desideri più intimi e i loro istinti verso l’universo femminile.
I due ragazzi parlano di donne e di amici comuni come fossero oggetti, considerandoli solo per la loro funzione o etichettandoli. Il linguaggio che usano è frutto di una cultura estremamente sessista, misogina, omofoba e maschilista. Sono imprigionati nella gabbia di sensi, che i ruoli tradizionali del genere ha costruito per loro.
Il greve discorso porterà Salvatore e Giuliano su una linea inattesa. Essi credono di parlare di desiderio, ma forse lo stanno scoprendo soltanto in quel preciso momento. La volgarità si dissolve lasciando il posto a un ingombrante silenzio.
Il film analizza la questione del genere attraverso la violenza verbale.
Sin da piccoli siamo obbligati a un’identificazione forzata, con un modello di maschile o femminile molto rigido e senza sfumature. La cosa più semplice da fare è aderire ad uno di questi modelli anche se non sentiamo di appartenervi.
Scegliamo in modo consapevole il linguaggio che utilizziamo quotidianamente o piuttosto si tratta di una pesante eredità maschilista con la quale fare i conti?
Mi auguro che un giorno la questione del genere non esisterà più e parleremo solo di esseri umani e delle loro storie.
Andrea Alessandro La Bozzetta