Note di regia di "Wiwanana"
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Wiwanana" parla del progetto Il teatro fa bene che è un progetto cosmopolita: ognuno dei partecipanti ha contribuito con la propria cultura e visione del mondo nel creare nuove sinergie e punti di contatto tra culture apparentemente distanti tra loro, favorendo in questo modo la scrittura creativa del testo teatrale. Ciò è avvenuto attraverso l’ascolto e l’apertura reciproca di tutti i partecipanti, creando una comunicazione intesa non solamente come strumento intellettuale ma anche come scambio umano.
Ho visto nascere di fronte ai miei occhi uno spettacolo teatrale scritto da un’esponente di rilievo della commedia dell’arte italiana, quale Jacopo Fo, insieme a un gruppo di attori amatoriali del Nord del Mozambico che mai avrebbero pensato di giungere in Italia e ritrovarsi alle prese con una formazione teatrale di altissimo livello e con la promessa di poter tornare a casa con uno spettacolo da portare in scena, con gli strumenti necessari per continuare a fare teatro e trasmetterli alle nuove generazioni. Attraverso un’esperienza di teatro questo film parla delle illimitate capacità di realizzazione degli esseri umani nel momento in cui si aprono alla vita. La relazione che tutto il gruppo di lavoro è riuscita a creare nel rispetto reciproco, in un ascolto profondo e disposto a superare qualsiasi pregiudizio, dovrebbe fare da modello per i continui scambi tra diverse culture che viviamo oggi. Questo film parla di buone pratiche relazionali. Cosa succede quando nel giro di poco tempo la realtà supera i sogni e l’impossibile diventa possibile?
E’ anche solo in questa domanda che ho trovato l’importanza della realizzazione di questo film.