Proiezione del Documentario "GOA The Land of Shiva" a Dolianova
Si terrà a Dolianova (CA) presso il Centro Polifunzionale in Via Gandhi, Loc. “Su Cuccureddu”, sabato 8 Aprile 2017 alle ore 18:30, la proiezione del documentario di Massimiliano Mazzotta "
GOA. The Land of Shiva" (India, docu-film 2016, HD 75 ').
L'evento è organizzato da ARTEMIA Associazione Culturale di Dolianova.
Il documentario, lungo 75 minuti, racconta la storia dello sfruttamento minerario, del traffico di droga e della corruzione nello stato di Goa durante l’era coloniale. Infatti durante il periodo in cui lo stato indiano era sotto il dominio portoghese, estrattori stranieri hanno ottenuto permessi per sfruttare importanti e rare risorse minerarie del territorio di Goa.
Baron Ludovic Toepliz, con l’aiuto di un imprenditore italiano, Antonio Vassallo, acquisisce una concessione mineraria chiamata “Orasso Dengor” e nel 1955 fonda la “Sesa Goa Economic Trade Lmite Company”. Dopo l’indipendenza, nel Dicembre del
1961, Sesa Goa continua ad avere il monopolio dell’estrazione mineraria, la cui maggioranza dei profitti sono destinati all’estero; alle comunità’ di Goa e al suo ecosistema non vanno i profitti ma solo i pesanti danni ambientali dello sfruttamento minerario.
Se l'Italia è andata in India a investire nel settore minerario, oggi è l'India a venire in Italia per investire in quello siderurgico, come nel caso dell'Ilva di Taranto: oggi sono infatti due uomini d'affari indiani a contendersene il controllo. Da un lato c'e' Lakshmi Mittal, patron di ArcelorMittal, numero uno mondiale dell'acciaio; dall'altro Sajjan Jindal numero uno di Jindal South West (JSW).Il conto alla rovescia è ormai avviato e una volta presentate le offerte vincolanti nessuno potrà tirarsi indietro. Entrambi si spendono sui media, sottoponendo i loro piani d'investimento all'opinione pubblica nell'intento di presentare ciascuno la propria proposta come la migliore per il futuro dell'Ilva di Taranto. Entrambi puntano sull'aumento della produzione dell'acciaio destinato alle aziende automobilistiche, risanando e riutilizzando l'altoforno piu potente, Afo1.
Queste operazioni si stima richiedano 250-300 milioni di euro ed entrambi i gruppi puntano al pareggio in tre anni.
05/04/2017, 13:07