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JARDINES DE PLOMO - La contaminazione ambientale in Perù


Il documentario di Alessandro Pugno, ambientato tra i villaggi sperduti delle alte e desolate Ande peruviane.


JARDINES DE PLOMO - La contaminazione ambientale in Perù
Una scena di "Giardini di Piombo"
Il regista Alessandro Pugno presenta al Trento Film Festival il suo nuovo documentario nato dal viaggio tra i villaggi sperduti delle alte e desolate Ande peruviane. Il titolo del documentario “Jardines de Plomo”, letteralmente "Giardini di Piombo", è un chiaro riferimento al contenuto del racconto e ci permette di leggere sin dall’inizio i primi segni di ciò che pian piano ci verrà rivelato.

Alessandro Pugno ci avvicina passo dopo passo alla vita degli abitanti del piccolo distretto Huay-Huay della provincia Yuali. Ci immerge nel loro modo di vivere, completamente distante dalle tecnologie occidentali, in cui convivono realtà divergenti: dal pascolo delle greggi sulle montagne alle miniere sottoterra, da mentalità scettiche nei confronti delle ricerche scientifiche ad altre profondamente mosse dalla volontà di approfondire i propri studi. Il punto fondamentale della vicenda documentata in “Jardines de Plomo” è la scoperta, dimostrata della Professoressa Silvia, insieme agli alunni del suo laboratorio scientifico, grazie allo studio sugli invertebrati, della contaminazione delle acque del distretto per mano delle miniere che rilasciano sostanze nocive e agenti reattivi. La presenza di piombo nelle acque e nel terreno ha conseguenze devastanti sugli animali e sulla popolazione, soprattutto bambini, provocando malattie, disturbi e morte. Tuttavia allontanando i bambini dai campi e insegnando loro l’importanza dell’igiene e della pulizia, non si rimuove il problema. Emerge dunque il dibattito universale, la lotta tra scienza, salute e lavoro che mette in ballo l’economia di numerose famiglie e la sopravvivenza di un paese.

Qual è la necessità che spinge un regista italiano come Alessandro Pugno a recarsi in Perù per raccontare l’essere umano? Probabilmente per dimostrare che i dibattiti che animano la nostra esistenza non conoscono tempo ne spazio, gli interessi di pochi contro la sofferenza di tanti che pur di lavorare rischiano la salute e il futuro della propria popolazione. Tuttavia “Jardines de Plomo” lascia allo spettatore indignato un audace messaggio di speranza per il futuro, un’apertura al possibile cambiamento.

30/04/2017, 11:00

Chiara Preziosa