Note di regia di "Alcolista"
L’ alcool è una sostanza stupefacente legale e sottovalutata dai giovani, ma può sortire effetti ben più devastanti di quelli causati dalle cosiddette droghe pesanti. L'abuso di alcool da parte dei minori più influenzabili è quasi un gioco, ma alla lunga può diventare un incubo. Questo film vorrebbe raccontare attraverso un impianto narrativo tipicamente thriller, la storia di un uomo che ha perso tutto e che iniziando a bere precipita ancora più in basso fino a perdere la propria integrità morale. Per il ruolo del protagonista, ho voluto scegliere un attore che abbia provato realmente sulla sua pelle la dipendenza alcolica: Bret Roberts, infatti, era alcolista. Abbiamo lavorato insieme al personaggio inserendo nel film delle scene e dei dettagli tratti da situazioni reali vissute da un vero alcolista. Daniel affronta sostanzialmente due drammi: il primo è la perdita della moglie e della figlia in un incidente stradale, il secondo è la patologia determinata dall'alcolismo che lo sta divorando lentamente. Il meccanismo che lo porta a bere, è un classico da manuale medico: cercare di anestetizzare la sua sofferenza. Mi sembra interessante soffermarsi su quello che è lo stato psicologico della persona alcolizzata (con l'uso di allucinazioni e delirio) ma anche sullo stato fisico e i danni che provoca verso se stesso e verso gli altri (sia attraverso la decadenza fisica che rispetto ai reati che può provocare chi vive in uno stato mentale privo di lucidità). Il film manifesta una condanna netta nei confronti dell’abuso etilico mostrandone tutti i lati negativi, tuttavia l'alcool non è visto come unico responsabile; il film vuole suggerire una riflessione in merito a chi affronta la vita attraverso una chiave di interpretazione prettamente nichilista e pessimista.
Dal punto di vista registico, mantengo come importante modello di riferimento lo stile del cinema thriller americano, dove ho trovato diversi film che ritengo un esempio per la costruzione di un climax tensivo. In merito alla rappresentazione visiva dello stato emotivo del protagonista e in particolare della sua afflizione allucinatoria intendo creare situazioni apprensive contaminate da un registro horror. Uno stile di ripresa classico con movimenti di macchina fluidi e stabili. Importante anche la cura del dettaglio e della fotografia, soprattutto negli interni, immagini in grado di creare una perfetta fusione tra l'habitat del protagonista e il suo mondo interiore.
Uno dei miei principali obbiettivi nella realizzazione di questo film è far vivere allo spettatore un senso di inquietudine e di sfasamento, tipico di chi non è in pace con se stesso e cerca disperatamente una soluzione alle proprie sofferenze.
Lucas Pavetto