Note di regia di "Fortunata"
Così il regista vede la sua protagonista:
"
Fortunata è un aggettivo qualificativo femminile singolare. Ma è anche il nome di una donna. E soprattutto un destino.
E non è detto che quel destino uno se lo meriti. Ci sono uomini in questa storia che non sono d'accordo sulla felicità di Fortunata. Vedremo..."
La drammaturgia di questa storia è suggerita direttamente dai personaggi. È Fortunata stessa, la sua natura primordiale e sconnessa ad indicare la composizione della storia. I fatti, i colpi di scena, sono frutto naturale e inevitabile del comportamento di lei. Perché la vita materiale di questa donna ne nasconde un’altra, fatta di psiche, sogni rimossi, un disegno misterioso che si comporrà. Fortunata non ricorda i suoi sogni, ma sono quei sogni che cambieranno la sua realtà. E naturalmente l’amore. L’amore è una forza rivoluzionaria, l’unica che ci trascina sempre lontano dai nostri obiettivi prestabiliti. Per amore, questa donna imperfetta, impulsiva, affamata, bisognosa, perderà tutte le sue certezze, cambierà ma approderà a un’altra idea di se stessa.
Ogni personaggio di questa storia, Chicano, Patrizio, Franco, Ester … è portatore di un destino, personalissimo eppure, credo, riconoscibile da tutti. E certamente umanissimo.
Racconteranno loro questa favola di periferia.
Sergio Castellitto