EAST END - Intervista ai registi Skunf & Puccio
Quando vi è venuta l'idea di fare un lungo animato e come siete riusciti produttivamente a farcela?
L’idea di
East End nasce circa 4 anni fa. Noi ci siamo conosciuti ormai vent’anni fa, all’Accademia Europea degli Effetti Speciali diretta dal grandissimo Carlo Rambaldi (premio oscar per “King Kong”, “Alien” ed “E.T.”). Da allora, parallelamente al nostro lavoro nel campo degli effetti visivi, abbiamo collaborato spesso, realizzando cortometraggi e spettacoli teatrali ma guardando sempre al cinema. Da buoni giovani (siamo in Italia, signori!) aspiranti esordienti ci siamo continuamente schiantati contro quelle limitazioni di budget che sono endemiche nel cinema italiano e che hanno ripetutamente frustrato la nostra creatività.
Alla fine, a venirci in soccorso è stata tutta l’esperienza, il know-how, che abbiamo accumulato occupandoci di effetti digitali. Per non parlare della struttura:
East End nasce, infatti, all’interno di
CANECANE società di effetti digitali leader nel settore, fondata da Squillaci nel 2008, con centinaia tra film, serie televisive e spot all’attivo e tre candidature al David di Donatello.
Avendo avuto modo di realizzare animazioni per diverse produzioni ci siamo immediatamente resi conto, non solo che eravamo in grado di realizzare e gestire lavorazioni di quel tipo, ma che, allo stesso tempo, l’uso dell’animazione ci avrebbe permesso di dare libero sfogo alla nostra fantasia, facendoci allegramente beffa delle limitazioni di cui sopra. In fin dei conti, tra il disegnare un bambino nella sua cameretta o Obama nello studio ovale della Casa Bianca non c’è tutta questa differenza. E così siamo partiti in assoluta libertà ed autonomia, coinvolgendo man mano professionisti ed artisti di grandissimo talento che si sono innamorati del progetto e che hanno partecipato con entusiasmo facendo ricorso a tutta la loro maestria e la loro inesauribile creatività.
A questo punto si è unito a noi come coproduttore
Andrea Iervolino che ci ha messo in contatto prima con una società spagnola, la EAR CINEMA e poi con i canadesi dell’AIC che ci hanno fatto da server per l’animazione.
Animazione semplice ma ricchissima di dettagli: cosa vi ispira?
All’inizio, nelle nostre intenzioni, l’animazione, così come il design dei personaggi e delle scenografie, doveva essere ancora più semplice, ma poi, i vari artisti e disegnatori che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, hanno cominciato ad arricchire i disegni, ad abbellirli e il tutto ha preso una direzione diversa, più sofisticata ed esteticamente più accattivante. Molti di quei dettagli li hanno aggiunti loro.
Per quanto riguarda le nostre fonti d’ispirazioni sono molteplici. Siamo entrambi appassionati di cinema e passiamo con disinvoltura dal grande cinema d’autore a pellicole di genere senza farci troppi problemi e pensiamo che quest’aspetto sia evidente nel film. Ma non c’è solo il cinema, tra le nostre fonti d’ispirazione, c’è il teatro, c’è la letteratura e c’è la musica. E poi, ovviamente c’è la realtà che ci circonda, e che viviamo tutti i giorni, con la quale ci confrontiamo e dove s’impantanano e muoiono i sogni e le speranze dei più.
La storia è quella di un gruppo di bambini romani, ma le "divagazioni" coinvolgono tutto il mondo, da Obama all'ISIS, senza risparmiare nessuno. Qual era il vostro obiettivo?
Il nostro obiettivo era di raccontare con ironia, sarcasmo ed onestà quella realtà di cui parlavamo prima, o quantomeno quella che ne è la nostra esperienza. I temi sono gli stessi che vediamo tutti i giorni in tv, che leggiamo sui giornali e che rimbalzano sui vari media: terrorismo, intolleranza, corruzione, violenza domestica, bullismo.
Per farlo abbiamo scelto lo sguardo dei bambini, perché solo grazie alla loro innocenza e alla loro curiosità che si possono smascherare e mettere in crisi tutte le contraddizioni, le barbarie e i pregiudizi che affliggono la nostra società.
Ho letto che state lavorando a una serie animata di "East end", è vero? Come si svilupperà?
È verissimo, anche perché, all’inizio,
East End doveva essere una serie TV, o meglio, è stato in quell’ottica che abbiamo sviluppato tutto il concept, dai personaggi all’ambientazione. È stato solo in un secondo momento che abbiamo optato per la realizzazione di un lungometraggio che abbiamo comunque pensato come una sorta di grande puntata pilota.
Quindi, dal nostro punto di vista la strada è già tracciata. Ci stiamo lavorando e al momento abbiamo pronti i soggetti per le prime
due stagioni, 26 puntate in cui conosceremo meglio i nostri piccoli protagonisti, le loro famiglie e tutto il quartiere e li vedremmo lanciarsi in altre assurde ed esilaranti avventure tra il grottesco e il surreale.
Abbiamo già trovato dei coproduttori internazionali, in Belgio e nel Regno Unito, Brexit permettendo, e stiamo cercando un accordo con un Broadcast italiano. Paradossalmente in Italia, dove l’animazione è ancora vista come un prodotto esclusivamente dedicato ai bambini, stiamo avendo un po’ più di resistenze, ma siamo comunque ottimisti e contiamo di partire concretamente col progetto tra breve. E poi, grazie ai
SUPEROBOTS che hanno scritto per
East End la fantastica canzone “Tu sei amico mio” abbiamo già la sigla pronta.
Dopo alcune proiezioni evento e l'uscita del 3 maggio, quale sarà il futuro del film?
Fare incetta di premi. Miriamo principalmente al David di Donatello, all’Oscar e magari, perché no, pure al Nobel. Dopo Bob Dylan, Skanf & Puccio? Staremo a vedere, noi intanto evitiamo di montarci la testa e ci prepariamo ad affrontare con umiltà il successo che ci meritiamo e la gloria che le genti e la Storia ci tributeranno.
18/05/2017, 11:12
Carlo Griseri