Note creative di Claudio Corbucci su
"Non Uccidere - Seconda Stagione"
L’innovazione principale di questa seconda stagione di Non Uccidere è rappresentata dal formato: 50 minuti a episodio in sostituzione dei vecchi che duravano invece 1h49’. Una piccola “rivoluzione" del nostro format, che ha portato con sé una duplice sfida: da una parte, mantenere in un formato dimezzato la complessità tematica e drammaturgica che caratterizzava le storie nella prima stagione; dall’altra garantire la massima varietà di ambientazioni, contesti familiari e casi polizieschi, senza ripetizioni, nella tastiera aumentata dei 24 episodi. Il tutto nella cornice di un modello produttivo da serie industriale – lo stesso dell’anno scorso – da “stirare” il più possibile, con le nostre intenzioni di partenza, che guardano ai modelli della grande serialità internazionale. Al termine di un intenso, laborioso percorso creativo e produttivo, crediamo di esserci riusciti. La seconda stagione di Non Uccidere mantiene intatta l’identità visiva chiara e riconoscibile della prima – il look moderno e l’impostazione registica attenta alle atmosfere. Al contempo, mette in campo nei 24 episodi, 24 microcosmi familiari fortemente caratterizzati non solo dalle storie gialle e dalle indagini di Valeria ma anche dalle scenografie, dalle location, dai volti e dai corpi dei personaggi di puntata e dai sistemi relazionali tipici che raccontiamo. Una scuola di danza, un monastero, una grande fabbrica siderurgica, una comune hippy, una palestra di MMA: la seconda stagione di Non Uccidere vuole mettere in campo, più ancora della prima, un universo narrativo complesso e stratificato che fornisce una lettura del reale italiano attraverso le lenti del genere. Il noir poliziesco innanzitutto, ma occasionalmente anche il thriller: sempre nella ibridazione con il dramma familiare, che è la nostra cifra caratteristica sin dalla prima stagione.
Il filo rosso rimane, naturalmente, Valeria. Suo è lo sguardo attraverso cui si dipanano le indagini verticali e sua è la vicenda umana, familiare e sentimentale che percorre orizzontalmente la serie.
Uno dei nostri obiettivi in questa stagione era lavorare il più possibile sui sentimenti della nostra protagonista, mettendola di fronte a sfide emotive e personali dalla posta in gioco sempre più alta.
L’abbiamo fatto, e il risultato è una Valeria che rivela sfaccettature inedite del suo carattere: fragilità e momenti di empatia di cui, forse, nemmeno lei era a conoscenza.
Un grande impegno di scrittura, quindi. Ma un impegno altrettanto imponente dal punto di vista produttivo: circa 24 settimane di solo shooting a Torino (più la preparazione e la post produzione), per una varietà di attori, location e situazioni davvero rara per una serie generalista. Siamo convinti che il risultato finale sia un ulteriore passo avanti rispetto alla prima stagione e che il pubblico sarà conquistato dal progetto tanto quanto noi che lo abbiamo attraversato in questi mesi.
Claudio Corbucci04/06/2017, 09:43