#CA20 - CENERE, tra tradizione e modernità
Sono tante le immagini forti che restano impresse dopo aver visto "
Cenere", immagini visive ma anche tante sonore: volti segnati dal tempo, fuochi che divampano, gesti che uccidono, voci che cantano, campane che suonano, maschere che danzano.
Partendo da un incastro che quasi sovrappone le diverse linee narrative, la regista,
Camilla Tomsich, prima suggestiona, poi dipana la matassa.
Il quadro è una
Sardegna contemporanea che lotta per il presente tenendo vivo il legame forte con le sue origini e le sue tradizioni: graffiti delle grotte pre-nuragiche si confondono con le maschere tipiche dei carnevali più famosi dell'isola (vediamo preparare e svolgersi quelli di Ottana, Ovodda, Foddi, Orotelli, Marmoiada) e questi con immagini di pastori, agricoltori e operai.
Al centro del quando sono i lavoratori della
Ottana Polimeri, in lotta con una multinazionale per conservare non solo il proprio posto di lavoro ma il luogo stesso in cui lavorano. Sono le vittime di un'industrializzazione senza freni dei decenni scorsi e di una politica attuale che non opera per rendere competitivo il loro lavoro.
Nel continuo alternarsi tra vita nella tradizione e vita nella modernità si subisce il fascino della prima ma non si pụ rinunciare alla seconda.
03/06/2017, 12:33
Sara Galignano