Note di regia di "Best before"
L'idea del film nasce da due esigenze: da una parte quella di condurre una piccola inchiesta sull'amore oggi, secondo il tema del workshop proposto dalla casa di produzione MarechiaroFilm presso la Casa del Cinema di roma; dall'altra quella di mostrare un cortocircuito del linguaggio quando la parola si confronta con l'ineffabilità di un vissuto fondamentale della vita. Il film alterna una parte documentaristica, attraverso una serie di interviste per le strade del centro di Roma e della città universitaria, con una di finzione e questo doppio registro è scaturito nel corso della lavorazione. Le interviste alle persone che si sono rese disponibili a parlare di sé rivelano un gioco di luci e ombre tra chi crede ciecamente nella forza dell'amore e chi ha un atteggiamento disincantato e/o disilluso; tra le numerose reticenze a concedere la parola di fronte alla videocamera sono stati selezionati due racconti segreti da cui è nata la scrittura della parte di finzione. Il film è dunque attraversato da due binari che si intersecano. Incrociare i registri del documentario e della finzione ha permesso di scoprire quella dimensione profondamente ambigua, indefinibile, per cui il reale si nutre di finzione e il piano della finzione si scopre come quella finestra, quel piano parallelo attraverso cui il silenzio e le contraddizioni del reale parlano. La dimensione del racconto sembra così custodire il labile e inafferrabile confine tra realtà e finzione, riferendo di qualcosa che sfugge, una mancanza, con la quale dobbiamo sempre fare i conti anche quando il movimento del consumo sembra colmarci.
Ileana Maria Zaza