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CINEMA DI FRONTIERA XVII - Beppe Fiorello tra pubblico e privato


CINEMA DI FRONTIERA XVII - Beppe Fiorello tra pubblico e privato
Beppe Fiorello a Marzamemi
"Un Cinema di Frontiera che racconta il mondo, la vita". Lo ha detto Beppe Fiorello, ieri sera, sul palco del Festival internazionale del Cinema di Frontiera di Marzamemi dove ha parlato del festival di Marzamemi e delle “frontiere” .

"E’ un’emozione" – ha detto l’attore - "trovarmi sul palco di una manifestazione che tutti gli anni guardo “dall’altra parte”, quella del pubblico. E lo faccio ammirando un paese che porta avanti un’idea di cultura nemmeno troppo ingessata ma collettiva, popolare, per tutti. In una manifestazione che permette di vedere un bel cinema, un cinema di frontiera che racconta il mondo, la vita, l’Italia e spesso anche la Sicilia".

Poi ha ripercorso alcune delle storie di impegno civile che ha “regalato” al pubblico del cinema, della televisione e del teatro. Da Paolo Borsellino a Salvo D’Acquisto, solo per fare due esempi "ho raccontato anche storie scomode" – ha detto Beppe Fiorello – "che nessuno voleva raccontare, storie di uomini che rappresentano l’Italia migliore. Basti pensare a Roberto Mancini, un poliziotto che quando ancora non si parlava di terra dei fuochi, giŕ negli anni Ottanta cercava di convincere lo Stato che in certe regioni si stava creando un mondo parallelo disastroso. E cosě combattendo, indagando e mettendoci le mani, si ammalň di un cancro fulminante". Beppe Fiorello ha poi ricordato un altro uomo "Gianni Maddaloni" – ancora l’attore siciliano – "che a Scampia, tramite lo sport, porta via dalla strada i ragazzi e quindi toglie manovalanza alla camorra. Ma ancora" – ha aggiunto Beppe Fiorello – "ci sono tanti italiani straordinari da raccontare, il volto di un’Italia migliore che c’č, esiste. Qualche tempo fa ho scoperto al 40° posto delle persone piů influenti del pianeta Domenico Lucano, sindaco di un piccolo paese della Calabria, Riace, dove ha inventato un modello di integrazione razziale: ha semplicemente ripopolato un paese svuotato dei calabresi con i migranti. A loro ha dato per esempio le case abbandonate che nessuno voleva piů, li ha fatti lavorare e li ha integrati in maniera umana e dignitosa".

Tante storie di frontiera, insomma, "in cui ho ritrovato sempre un pezzo di mio padre" – ha continuato Beppe Fiorello – "anche in Salvo Lupo, il pescatore di Portopalo, per non parlare poi di Domenico Modugno dove c’era proprio mio padre anche fisicamente".

L’attore siciliano, la voce piů emozionata, si č quindi lasciato andare a un ricordo privato: "Mio padre" – ha concluso Beppe Fiorello - "mi ha cresciuto cantando le canzoni di Modugno. Ricordo ancora quando, da Augusta, ci portava in macchina al mare a Letojanni e per tutto il tempo cantava le canzoni di Modugno: “La lontananza sai č come il vento che fa dimenticare chi non s’ama, č giŕ passato un anno ed č un incendio che, mi brucia l’anima"” - ha intonato Beppe Fiorello – "e come Modugno lasciava lo sterzo, allargava le braccia e ci portava tutti al mare a Letojanni. Poi il destino ha voluto che io fossi l’attore scelto per interpretare Modugno e questo intreccio di destini mi ha sempre emozionato e colpito. Sono insomma molto legato a Modugno, anche se per gli attori i personaggi sono come i figli, vuoi bene a tutti".

25/07/2017, 14:43