VENEZIA 74 - "Il Cratere" e la ricerca del successo
Alla
Settimana della Critica arriva "
Il Cratere", interessante progetto diretto da
Silvia Luzi e Luca Bellino. L’interesse sta nel soggetto, meno nello sviluppo della sceneggiatura e nella realizzazione del film.
Una messa in scena realistica, con la camera che segue i personaggi da vicinissimo, con primi piani che lasciano poco alla scenografia, che ricorda da vicino i film di
Tizza Covi e Rainer Frimmel, e un plot che potrebbe essere un incrocio tra "
Reality" di
Matteo Garrone e il possibile proseguimento di "
Indivisibili", dopo la separazione delle ragazze.
"
Il Cratere" racconta, con lo stile della finzione improvvisata, la storia di Sharon (
Sharon Caroccia) giovanissima promessa della canzone neomelodica, e di suo padre Rosario (
Rosario Caroccia) che si trasforma da venditore ambulante in manager musicale per seguire da vicino la possibile carriera della figlia. Intorno a loro una famiglia numerosa e impegnata a mandare avanti la baracca mentre papà Rosario perde la testa in una deriva artistica che sfocia nel maniacale.
Le scene sembrano girate su un canovaccio scritto e poi improvvisate dagli interpreti, tutti veri membri della famiglia, ricordando lo stile de "
La Pivellina" di Covi e Frimmel, ma rimagono sempre un po' troppo lunghe: riducendo ogni quadro di 5 secondi si arriverebbe a una durata di 80 minuti, giusta anche per compattare e dare ritmo alla storia che, dopo l’avvenuto show pubblico della ragazza, diventa fragile e priva di quella svolta che ci si aspetta.
31/08/2017, 23:59
Stefano Amadio