FILM FESTIVAL DELLA LESSINIA XXIII - Si conclude a Bosco
Chiesanuova a rassegna cinematografica internazionale dedicata
alle terre alte e lontane di ogni parte del mondo
Ultime ore di attesa a Bosco Chiesanuova prima di conoscere i nomi dei vincitori della ventitreesima edizione del
Film Festival della Lessinia. La cerimonia di premiazione è prevista per domani, sabato 26 agosto, alle 18 al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova (Verona). Tra le 21 opere cinematografiche in Concorso quest'anno alla rassegna cinematografica internazionale, la giuria internazionale – composta da Camille Chaumereuil, Petra Felber, Frode Fimland , Andreas Pichler e Sara Zanatta – ha selezionato i vincitori dei premi
Lessinia d'Oro (al miglior film in assoluto) e Lessinia d'Argento (alla migliore regia). Altri riconoscimenti sono assegnati dal Curatorium Cimbricum Veronense al miglior film di regista giovane e dalla Cassa Rurale Vallagarina alla miglior opera sulle Alpi. Il riconoscimento “Log to Green” premia l’attenzione alla sostenibilità; a scegliere la propria preferenza sono infine la giuria MicroCosmo dei detenuti della Casa circondariale di Verona, i bambini e il pubblico con il premio Cantine Bertani.
La visione dei film inizia alle 11 con la
retrospettiva tematica sul brigantaggio. Il grande schermo del teatro di Bosco si illumina con le immagini in bianco e nero di "
Briganti senza leggenda" (Italia, Francia 2015) del regista e illustratore Gianluigi Toccafondo. Ambientata in campagna, nei dintorni di Rimini, l’animazione sperimentale descrive due ingenui briganti che cercano di derubare due anziani contadini. Stanca di essere raggirata, la coppia decide di vendicarsi architettando un piano diabolico ed efficace. A seguire, "
Banditi ad Orgosolo" (Italia 1961), lungometraggio d’esordio di Vittorio De Seta, capolavoro che gli valse il premio per la Migliore Opera Prima alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Da grande documentarista, sceglie i pastori della Barbagia per fare interpretare i personaggi del suo film, in cui la montagna non è semplice sfondo alla vicenda del pastore Michele, ma protagonista. Il caso lo vede coinvolto in un furto e in un fatto di sangue compiuti da banditi. Sospettato di abigeato e dell'uccisione di un carabiniere, pur innocente, si dà alla macchia e grazie all'aiuto dei compaesani si nasconde tra le alture con il fratello minore, Giuseppe.
Alle 16.30 in Sala Olimpica la
rassegna Parole Alte si sofferma sulla figura di Antonio Giuriolo, il “
Capitano Toni”, le cui tappe di formazione culturale e politica che lo videro passare dallo studio dell’antifascismo alla Resistenza attiva sono state a lungo avvolte nel mistero. A oltre settant’anni dalla morte, i suoi 47 quaderni scritti tra il 1936 e i primi anni Quaranta e contenenti un diario personale, articoli, appunti, recensioni di libri e fogli sparsi, svelano i segreti della sua scelta di farsi esule in patria e di “salire in montagna”. Renato Camurri, curatore del libro"
Pensare la libertà: i quaderni di Antonio Giuriolo" (Marsilio, 2016), dialoga con Mario Allegri, già docente dell’Ateneo scaligero, intrecciando la vicenda umana e intellettuale di Giuriolo con il ritratto di guida morale per i ventenni vicentini narrata nei Piccoli maestri, da cui Valter Voltolini dell’associazione culturale Luigi Meneghello leggerà alcuni brani.
Alle 21, al Teatro Vittoria, l’Evento speciale di chiusura della ventitreesima edizione del Festival prevede la visione de "
I tempi felici verranno presto" (Francia, Italia 2016). Il giovane regista friulano emergente in Francia Alessandro Comodin, a Bosco per presentare il suo secondo lungometraggio, racconta di Tommaso e Arturo. Hanno trovato rifugio nella foresta o la foresta è per loro un luogo in cui giocare? Il gioco si trasforma in qualcos'altro dopo il ritrovamento di un cadavere. Il film, oscuro e affascinante, interroga di fronte agli istinti primordiali e alle paure ancestrali.
25/08/2017, 14:20