VENEZIA 74 - "I'm", un racconto di formazione in 3D
Quando tutto attorno a te sembra andare verso un'unica direzione, ma tu remi nel senso opposto, inizieranno a giudicarti come quello strambo. Ma tranquillo, la tua non è stramberia. E' solo voglia di libertà.
Presentato come evento speciale alle Giornate degli autori della Mostra del Cinema di Venezia, "
I'm (endless like the space)" di Anne Riitta Ciccone, primo film italiano in 3D diretto da una regista, è il racconto di formazione di un'adolescente a cui l'ambiente omologato che la circonda inizia a stare molto stretto.
Mentre le ragazzine della sua età sono attratte dallo shopping e dalle feste alcoliche, Jessica ama isolarsi e disegnare, non dando limiti alla propria immaginazione che le permette di vedere nella gente e nelle cose una seconda faccia, dallo stile decisamente fantasy. Se inizi a guardare le cose da un'altra prospettiva, allora una preside severa può trasformarsi in un'arpia, o il fantasma di tuo padre in uno spirito guida a metà tra Jack Lanterna e Lupin III.
E proprio in questa sorta di "new wave" del cinema italiano, che si sta riscoprendo capace di lavorare sui generi e di parlare ad un pubblico nuovo, cresciuto a pane, fumetti e videogames, si va ad inserire il film della Ciccone, che immerge la sua protagonista in un futuro dai toni ghotic in cui la gente sembra aver perso la voglia di sorridere.
Ad aiutare lo spettatore ad immergersi completamente in questa fiaba dark, è un 3D ben calibrato, che unito a sequenze dirette con go-pro e droni, rende l'immagine decisamente dinamica e vicina al gaming.
Forse una sforbiciata di qualche minuto non avrebbe guastato, ma "I'm" rimane comunque un interessante progetto cinematografico, che nonostante le difficoltà produttive riesce a guardare al futuro, facendosi ben ibridare da altri immaginari culturali.
01/09/2017, 13:50
Antonio Capellupo