VENEZIA 74 - Intervista ad Alessandro Stevanon
Verrà presentato a
#Venezia74 nell'ambito del progetto MigrArti anche il cortometraggio "
Il Tratto" diretto da
Alessandro Stevanon. Abbiamo intervistato il regista.
Come nasce l'idea del cortometraggio?
Tutto è nato dall'incontro con Daniele De Cicco e Daniele Segre, produttori di Redibis. Era il 2014, io ero in giro per festival con il mio documentario "America", spesso ci incrociavamo in quegli eventi.
Parlando, mi hanno proposto di fare con loro un corto di finzione: dopo le primissime esperienze, anni fa, avevo abbandonato la finzione, nel documentario avevo trovato il genere che mi dava la possibilità di sentirmi più a mio agio.
Non ci pensavo più, ad esser sincero, ma è stato stimolo importante il loro per ricominciare a farlo: avevo qualche bozza di storia da cui partire, dopo un anno di lavoro sulla scrittura il soggetto è cambiato molto per poi tornare simile all'idea di partenza.
"Il tratto" è stato definito con Claudio Giordano, insieme abbiamo finito la sceneggiatura nell'autunno del 2016. Dopo aver iniziato l'iter produttivo classico, è nata la possibilità di accedere al bando MigrArti, soluzione ideale per noi!
Come hai lavorato sul casting dei bambini?
Sono stato coadiuvato nel lavoro da Chiara Moretti, fondamentale per la riuscita. Ma devo ammettere che partivo avvantaggiato nella scelta del protagonista: come lavoro per 9 mesi l'anno sono insegnante di scuola primaria, lavoro con i bambini di quell'età tutti i giorni, vengo arricchito tutti i giorni dalle loro storie, dal loro modo di guardare il mondo...
Ne abbiamo incontrati tanti, poi la scelta è ricaduta su Mattia Musa, alla primissima esperienza ma molto professionale e appassionato.
La coppia con Mohamed Ba sullo schermo funziona perché si è creata un'ottima alchimia tra i due anche fuori dal set.
La ricerca del "tratto" per il film come si è svolta?
Io non so disegnare, neanche Claudio. Avevamo chiaro in mente come dovesse essere il disegno che si vede nel corto, un tratto essenziale e quasi monocromatico, con piccoli dettagli colorati.
La fortuna è stata incontrare un artista aostano, Fabio Cuffari: ho lavorato molto con lui e alla fine ha creato il tratto che avevamo immaginato!
E ora, la fiction tornerà nel tuo futuro?
Dopo Venezia "Il tratto" inizierà il suo percorso nei festival.
Ammetto che la riscoperta della fiction mi è piaciuta, è molto differente da lavorare a un documentario, è stato bello veder sviluppare un'idea dall'astratto al reale.
Non sarà un unicum nella mia carriera, in futuro credo tornerò a fare fiction: intanto, il prossimo anno tornerò a lavorare (ora sono ancora molto impegnato anche dal percorso festivaliero di "Sagre balere"), il nuovo progetto sarà un mix tra finzione e doc, un po' come il mio precedente "America".
05/09/2017, 12:09
Carlo Griseri