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TRIESTE SCIENCE+FICTION 17 - IL DEMONE DELL'ACQUA


TRIESTE SCIENCE+FICTION 17 - IL DEMONE DELL'ACQUA
Una scena de "Il Demone dell'Acqua"
"Il Demone dell’Acqua" è un cortometraggio diretto da Cristian Tomassini e, sebbene di durata estremamente breve, riesce a condensare al suo interno un messaggio molto intenso, inserendolo in una struttura narrativa originale e affascinante.

La pellicola inizia come termina: un giovane etiope, il mare e il suo destino. Nel mezzo il sogno del ragazzo, scaturito dalla lettura di una lettera a lui indirizzata, nella quale lettera il mittente lo implora di “non diventare come loro”, preferendo la sua morte a tale eventualità. Inizialmente il racconto è enigmatico ma col passare dei minuti le immagini, ma soprattutto la voce fuori campo, rendono sempre più chiaro il significato di ciò che stiamo guardando. Il ragazzo sogna di essere Kurtz, l’ultimo comandante di un paese indefinito. Egli dopo aver tentato ogni strada per resistere all’invasore non può che prendere atto della sconfitta. Coloro che stanno minando la libertà della sua terra sono gli europei a cui non vuole dare la soddisfazione di essere preso vivo. Sceglie la via della morte e il suo corpo esanime, disteso a terra, è circondato dall’acqua.

Il sogno viene utilizzato per fare un parallelismo con la visione contemporanea del fenomeno migratorio che, contrariamente a quanto rappresentato nel film, vede nell’immigrato l’invasore e che lo rappresenta come l’attentatore delle nostre libertà e della nostra cultura. Allo stesso tempo, in un’ottica storica, il sogno vuole indurre un’assunzione di responsabilità da parte del popolo europeo. È infatti una sorta di richiamo alla memoria del periodo coloniale e delle nostre politiche passate che hanno inficiato drasticamente sulla storia Africana, determinandone ineluttabilmente il destino.


Gabriele Nunziati

01/11/2017, 16:32