FESTA DEL CINEMA DI ROMA 12 - "Sweet Heart"
Dopo una sessione di trucco e parrucco, un atipico Elvis Presley è pronto ad entrare in scena. Nello stesso momento una triste Marilyn Monroe sta in piedi su un ponte, meditando forse un gesto estremo. Le loro strade sono destinate ad incrociarsi, e come nella scena finale di un classico americano, il "The Pelvis" all'italiana porta in salvo la bionda attrice. Ma forse l'happy end non è comunque destinato ad arrivare.
Dopo numerosi documentari di stampo storico-cinematografico, il critico e giornalista Marco Spagnoli affronta la fiction nel corto "
Sweet Heart", scritto da Nicola Guaglianone e presente in Alice nella Città.
A Marco Giallini e Violante Placido il compito di interpretare le due leggendarie icone in una Roma che trasuda tutta la più amorevole cinefilia del regista napoletano e dello sceneggiatore romano. Una sequenza che ricorda il cinema di Frank Capra, calata in un'atmosfera irreale e magica alla Fellini e ambiantata nel lungo Tevere de "La grande Bellezza" e "Lo chiamavano Jeeg Robot".
Ma non c'è solo amore incondizionato per la settima arte nel film breve di Spagnoli, che in punta di fioretto, tra sorrisi, sguardi e silenzi, a poco a poco svela il trucco che sta dietro a questa insolita messinscena. Il vero set dove opera Elvis è la corsia di un'ospedale e la sua divisa non ha lustrini, ma il colore blu di una divisa da infermiere, così come il biondo platino di Marilyn lascia spazio ai capelli di una donna sofferente e in cura.
La tenda bianca della camera di degenza è destinata così a dividere freddamente la realtà dalla finzione, ma se è vero quanto cantava Bowie, "
we can be heroes just for one day", e forse quell'Elvis dal "sweet heart" è forse davvero riuscito eroicamente a salvare quella bella fanciulla. Almeno per un giorno.
27/10/2017, 20:44
Antonio Capellupo