GRAMIGNA - Malgrado tutto, una vita normale
È una storia di camorra, o meglio di come dalla camorra si possa star fuori semplicemente volendolo. Luigi è figlio di un boss, da sempre in carcere a scontare l’ergastolo, e la sua vita è segnata da questa pesante discendenza. L’intera famiglia è coinvolta nella malavita e tra un arresto e una perquisizione, tra un’estorsione e un’offerta che è difficile rifiutare luigi si trova a dover scegliere tra una vita regolare e la strada della camorra.
Tratto dalla storia vera di
Luigi Di Cicco, diventata romanzo scritto a quattro mani con
Michele Cucuzza, "
Gramigna" mostra la crescita di un bambino che diventa uomo, dalle visite in carcere al padre fino al matrimonio e alla scelta di vivere onestamente.
Sebastiano Rizzo migliora nella regia rispetto al film d’esordio, "
Nomi e Cognomi" del 2014, riuscendo a rendere bene l’atmosfera familiare e la condizione carceraria. Il film però si ferma un po’ troppo sulle parole, sulle spiegazioni anche di quegli stati d’animo che appaiono chiari attraverso lo svolgimento della storia e che appare inutile, se non addirittura pesante, dover sottolineare con ulteriori dialoghi.
Si sente la mancanza anche di un po’ d’azione e di una storia forte che faccia da elemento trainante all’esterno della condizione personale di Luigi. La relazione d’amore è solo accennata come anche l’acquisizione di un locale notturno insieme ad alcuni amici, argomenti questi che avrebbero sicuramente fatto da interessante base sopra a cui costruire lo sviluppo dei personaggi e della sceneggiatura. I salti temporali nella narrazione e nel montaggio, confondono un po' le idee all'inizio, ma poi scorrono rendendo più gradevole lo svolgimento.
Nel complesso il film (in sala dal 23 novembre) è godibile, sulla traccia di molte recenti storie di umano contorno alla malavita organizzata, e forse osando di più sui temi descritti sopra, avrebbe potuto essere una vera sorpresa.
16/11/2017, 09:20
Stefano Amadio