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TFF35 - LORELLO E BRUNELLO, lavorare la terra


Due gemelli, i loro familiari, la (dura) vita di campagna, il passare delle stagioni, il mondo intorno che si affaccia


TFF35 - LORELLO E BRUNELLO, lavorare la terra
Lorello e Brunello
Curioso che un montatore del calibro e dell'esperienza di Jacopo Quadri (oltre 80 film realizzati, tra cui alcuni di Rosi, Martone, Virzì, Bertolucci...) decida per il suo nuovo documentario lungometraggio di raccontare una storia come quella di "Lorello e Brunello", gemelli toscani impegnati 365 giorni all'anno nel lavoro manuale nella propria azienda agricola. Appare curioso non perché il montaggio in questo film non sia presente, ma perché è di sicuro l'aspetto meno evidente: lo scorrere delle stagioni, il ripetersi di gesti e abitudini, il flusso delle cose e delle vite è il centro del racconto.

"Volevo capire come vivono queste persone che lavorano e basta, senza la minima gratificazione, senza mai una gioia. Volevo vivere con loro per capire. Capire le regole della campagna, dell’allevamento, delle semine, dei raccolti": sono parole di Jacopo Quadri per descrivere i motivi della sua missione, pienamente riuscita nel far entrare lo spettatore nelle dinamiche di lavoro dei gemelli Biondi.

Si entra a far parte di un mondo che lo spettatore medio ricorda forse nei racconti dei propri genitori o nonni, o di cui ignora tutto. Un mondo vicinissimo al nostro, sia geograficamente sia storicamente, ma con sue regole e suoi meccanismi. E suoi personaggi, con nomi e problemi tutti loro: come non citare la signora Ultimina, vicina di casa che - ricorda spesso - conosce i gemelli da quando sono nati... E i cugini con i maiali, i problemi dei lupi sempre più violenti...

Passa un anno sullo schermo, quattro stagioni che sono pronte a ricominciare quando partono i titoli di coda. Chi avrà saputo farsi coinvolgere, rimpiangerà di non veder tornare l'estate su Lorello e Brunello Biondi...

29/11/2017, 09:02

Carlo Griseri