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TFF35 - Intervista a BHARAT NALLURI


Il regista di "Dickens - L'uomo che inventò il Natale" ospite a Torino per il film in uscita dal 21 dicembre


TFF35 - Intervista a BHARAT NALLURI
Bharat Nalluri al TFF35
Il suo ultimo film, "Dickens - L'uomo che inventò il Natale", uscirà in sala in Italia il 21 dicembre (distribuito da Notorius Pictures) e Bharat Nalluri, regista, lo ha accompagnato a Torino per l'anteprima organizzata dal Torino Film Festival. Lo abbiamo intervistato.

Come è stato coinvolto in questo film?

La storia di come mi sono trovato coinvolto in questo progetto è davvero curiosa... ero su una spiaggia, in Messico, in vacanza. Mi ha chiamato il produttore, dicendomi che sapeva quanto amassi "Canto di Natale" e Dickens in generale. Mi presentarono il film come una versione unica e originale della vita dello scrittore e di quel libro: me lo feci mandare, e leggere quello script natalizio con i piedi a mollo nell'acqua calda estiva è stato strano, cercavo di riandare con la mente al freddo invernale inglese...
L'ho trovato davvero un copione brillante, geniale: abbiamo impiegato 2 anni poi a svilupparlo.

Il film è una versione decisamente originale del "Canto di Natale", già portato al cinema più volte: quale è la sua versione preferita?

Sicuramente quella dei Muppet! Tra le versioni integrali del racconto è la mia preferita. Poi ci sono due film che amo molto e che usano quella storia in modo diverso, come "La vita è meravigliosa" e "Ricomincio da capo", in cui l'influenza del "Canto di Natale" è molto riconoscibile anche se la struttura è leggermente diversa.

Nel film c'è molto di quel racconto, ma non tutto: cosa le è dispiaciuto lasciare fuori?

La prima versione della sceneggiatura, quella che ho letto con i piedi a bagno in Messico, conteneva tutto il "Canto di Natale", era decisamente troppo. Quello che ho fatto è stato mettere a bollire la storia, ottenendone alla fine una versione "dado": se ci pensiamo, chiedendo a chi ha letto il libro, le cose che tutti si ricordano sono le stesse. I 3 spiriti dei Natali, Scrooge, l'espressione "humbug (sciocchezze)" e il piccolo Tim. Queste ci sono tutte, nel mio film: sono contento perché il risultato finale ha abbastanza di quel libro ma anche molto della vita di Dickens, senza essere un vero biopic, non era quello che volevo fare.
Cosa avrei aggiunto ancora? Probabilmente vorrei fare l'intera versione, sempre con Christopher Plummer nei panni di Scrooge!

Quanto avete lavorato sulle vere testimonianze di come fosse Dickens nella vita e sul lavoro?

Tutto ciò che c'è nel film viene da qualche spunto di verità. L'idea dei personaggi che prendono vita di fronte a lui è venuta perché abbiamo letto testimonianze della figlia che ricordava come dal suo studio arrivasse la voce di Dickens che interpretava diversi ruoli (e per non renderlo troppo noioso li abbiamo "visualizzati").
Andava davvero in giro per Londra segnando i nomi delle persone che incontrava, pezzi di dialogo, facce che poi inseriva nei suoi libri... Tutto viene dai veri racconti su di lui, come la parte su Dickens bambino, povero e costretto a lavorare in fabbrica quando il padre venne arrestato. Ma anche la sfida con Thackeray, che gli leggeva tutte le cattive recensioni... niente è stato inventato!

03/12/2017, 10:30

Carlo Griseri