Note di regia di "Ho Rubato la Marmellata, Vita
di un Artista Politicamente Scorretto"
Le motivazioni che ci hanno spinto a progettare questo documentario su Remo Remotti nascono dalla nostra personale conoscenza di Remo, con cui abbiamo condiviso collaborazioni di lavoro, ma soprattutto una grande amicizia.
La sua scomparsa costituisce un doloroso evento per molti intellettuali e uomini delle istituzioni, poiché Remotti non è stato soltanto un poeta, attore e umorista, nonché pittore, scrittore, scultore, cantante e drammaturgo. L’artista feroce e provocatorio fino al paradosso conosciuto dal grande pubblico era soprattutto un uomo pieno di amore per il prossimo.
Si definiva “un religioso non cattolico”, e coltivava la sua spiritualità seguendo e studiando maestri provenienti da vari continenti e estrazioni: Cattolici, Buddisti, Ebrei, Islamici. E a chiunque lo incontrasse, cercava di trasmettere il suo amore per la vita.
“Volemose bene, brutti stronzi!” è la frase che forse racchiude al meglio tutta la filosofia di Remo. Era consapevole delle difficoltà che la vita presenta, avendole vissute sulla sua pelle, ma non si è mai arreso al cinismo e ha sempre avuto fiducia nell’umanità e nella possibilità di trovare la felicità.
Non è nostra intenzione fare una esegesi celebrativa dell’artista Remo Remotti. Vorremmo piuttosto raccontare il percorso di un uomo spiritoso e geniale, talvolta irriverente e feroce, ma capace di grandi generosità, dotato di un’umanità straripante che lo ha reso indimenticabile a tutti quelli che abbiano avuto la fortuna di conoscerlo.
Per questo progetto, abbiamo utilizzato due documentari da noi realizzati con Remo a Berlino nel 1989 e a Roma nel 2000, e grazie alla disponibilità della moglie Luisa e della figlia Federica, abbiamo avuto a disposizione l’archivio privato fotografico e filmico della famiglia Remotti, oltre che le riproduzioni dei suoi disegni e delle sue opere pittoriche.
Gioia Magrini e
Roberto Meddi