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TRENTO FILM FESTIVAL 66 - Presentato il programma 2018


TRENTO FILM FESTIVAL 66 - Presentato il programma 2018
Trento Film Festival
Annunciato oggi il programma del 66. Trento Film Festival.

La guida nepalese Pasang Lhamu Sherpa Akita, prima donna del suo paese ad aver scalato il K2, la free climber iraniana Nasim Eshqi, pioniera dell’arrampicata all’aperto in Medio Oriente, e stelle dell’alpinismo mondiale come Tommy Caldwell, Reinhold Messner, Hansjoerg Auer, Hervé Barmasse, Manolo, Adam Ondra, Nicola Tondini, Denis Urubko, Emilio Previtali e Alex Txikon. E poi ancora l’attore e regista Rocco Papaleo, gli scrittori Paolo Rumiz, Paolo Cognetti e Marco Albino Ferrari e il campione di ciclismo Francesco Moser. Saranno questi alcuni degli ospiti del 66. Trento Film Festival, l’evento internazionale dedicato a cinema e montagna che si terrŕ a Trento dal 26 aprile al 6 maggio. 150 gli appuntamenti in programma, tra spettacoli, incontri, mostre, convegni, iniziative collaterali e attivitŕ per bambini. Il cartellone cinema presenterŕ 130 pellicole tra anteprime italiane e internazionali, selezionate tra le oltre 700 proposte. Paese ospite e al centro della sezione “Destinazione…” sarŕ il Giappone, a cui verrŕ dedicato un omaggio trasversale per esplorare il volto meno noto di uno dei paesi piů iconici al mondo.

Temi centrali di questa edizione, intorno a cui si svilupperanno le sei serate evento in programma, saranno la filosofia dello “slow mountain” – ovvero un approccio piů lento e contemplativo alla natura – e i “confini” dell’alpinismo intesi come senso del limite e della rinuncia in alta quota. Il primo sarŕ approfondito da Paolo Rumiz in un intervento su scrittura e cammino dal titolo “Scrivere con i piedi” (27.04), dal biker e giornalista Alessandro Bertolini con “10.000 chilometri in bicicletta”, cronaca della sua traversata in solitario del Nord America (30.04), e da Rocco Papaleo che in “Camminare mi piace” si racconterŕ tra teatro e canzoni (28.04). Alla questione dei “confini” saranno riservati tre momenti d’eccezione: una serata speciale dedicata a Tomek Mackiewicz, lo scalatore polacco scomparso a gennaio sul Nanga Parbat, che verrŕ ricordato dalle testimonianze degli alpinisti Alex Txikon e Denis Urubko, oltre che del meteorologo Filippo Thiery e della moglie (1.05); lo spettacolo “Sulla via di Bruno Detassis” per scoprire, nel decennale della scomparsa del “Custode del Brenta”, come č cambiato il modo di vivere la montagna (3.05); e gran finale con ”L’assassinio dell’impossibile”, serata che vedrŕ protagonista il “re degli Ottomila” Reinhold Messner, per discutere con Tommy Caldwell, Hansjoerg Auer, Hervé Barmasse, Manolo, Adam Ondra e Nicola Tondini un invito a un “alpinismo di rinuncia”, con un approfondimento musicale a cura di Carlo Massarini.(4.05).

Grande attenzione quest’anno sarŕ tributata alle donne conquistatrici di vette con due appuntamenti da non perdere nella sezione “Incontri”: “Climbing in Iran e libertŕ. Come la gravitŕ porta all'uguaglianza”, dialogo con Nasim Eshqi, unica climber dell’Iran ad aver fatto dell’alpinismo la propria professione, che accompagnerŕ il pubblico nell’esplorazione dello scenario iraniano dell’arrampicata, discutendo anche il contesto culturale del suo paese e le complessitŕ che ha incontrato nella ricerca della propria strada (1.05). Altra importante testimonianza di cosa significhi diventare alpinista in un paese dove la montagna č un mondo soprattutto maschile sarŕ quella di Pasang Lhamu Sherpa Akita, la principale guida alpina del Nepal a cui, per il coraggio dimostrato nel terremoto del 2015, č stato assegnato il premio del National Geographic “Adventurer of the year”. Al Festival, Pasang Lhamu Sherpa Akita parteciperŕ alla proiezione del film che la vede protagonista: “Mothered by Mountains” di Renan Ozturk (20.04).

Dal Concorso con 25 titoli tra lunghi e corti alle Anteprime con 7 lungometraggi fiction; dalla sezione Terre alte - quest’anno in gran parte consacrata a registi e scenari italiani - all’ampia offerta di alpinismo e avventura di Alp&ism; dagli autori e storie locali di Orizzonti vicini alle sperimentazioni di Sestogrado, sono confermate le sezioni del programma cinema, con le novitŕ del rafforzamento della sezione TFF Family, dedicata ai film per bambini e ragazzi, e del rilancio della sezione su natura e ambiente, ribattezzata MUSE.doc.

L’inaugurazione del Festival sarŕ affidata alla proiezione in versione restaurata di “Visages d'enfants”, capolavoro del cinema muto firmato da Jacques Feyder e accompagnato da musiche dal vivo dell’Orchestra Cittŕ Aperta dell’Aquila, scritte e dirette dal celebre compositore Carlo Crivelli (26.04).

A seguire apertura con l’anteprima mondiale di “Tout lŕ-haut” di Serge Hazanavicius (ospite a Trento), pellicola con Bérénice Bejo e Neri Marcoré ispirata a una spettacolare storia vera di sport e avventura: la discesa dell’Everest in snowboard attraverso la sua via piů rischiosa e piů affascinante, il Corridoio Hornbein. Da segnalare la prima assoluta di “Holy Mountain”, seconda prova da regista di Reinhold Messner che porterŕ gli spettatori sull’Ama Dablam, in Nepal, per rivivere il memorabile salvataggio di una spedizione neozelandese in grave pericolo, e “Mountain” di Jennifer Peedom, con la voce narrante di Willem Dafoe, le parole dello scrittore inglese Robert Macfarlane e le musiche della Australian Chamber Orchestra, per un’affascinante immersione nel rapporto tra uomo e montagna. Ancora una prima mondiale con “Moser - Scacco al tempo” di Nello Correale, primo documentario sul ciclista italiano piů vittorioso di sempre (ospite a Trento), e sempre al mondo della due ruote sarŕ dedicato “Wonderful Losers: A Different World”, un’incursione nel mondo dei gregari, i “meravigliosi perdenti” del ciclismo professionistico, firmato da Arunas Matelis. Da non perdere anche “The Breadwinner”, il lungometraggio animato candidato agli ultimi Oscar diretto da Nora Twomey e prodotto da Angelina Jolie che racconta, attraverso gli occhi della piccola protagonista, la vita tra le montagne dell’Afghanistan durante la guerra e sotto il regime dei talebani, e “Jane” di Brett Morgen, sulla celebre primatologa Jane Goodall.

Chiusura con il debutto italiano di “Resina”, pellicola firmata da Renzo Carbonera e ambientata in un Trentino arcaico e affascinante.

Dopo Finlandia, Russia, Turchia, Messico, India, Cile e Islanda sarŕ il paese del Sol Levante la meta del viaggio intrapreso dal Festival. Uno spaccato che condurrŕ alla scoperta di tradizioni e identitŕ secolari, dello straordinario legame di un popolo con le proprie montagne e foreste, di una natura al contempo delicata e violentissima e dei postumi della catastrofe nucleare di Fukushima, senza tralasciare immersioni nell’eccezionale cultura gastronomica che anno dopo anno sta conquistando il mondo. Accanto al cartellone di incontri con gli autori ed eventi la sezione “Destinazione…” proporrŕ una selezione cinematografica di opere mai viste prima in Italia: da “Umi Yama Aida - In Between Mountains And Oceans” di Masaaki Miyazawa, sulla valenza degli alberi nella spiritualitŕ giapponese, alla vita delle comunitŕ montane fotografate in “Chiisana Akari” di Ryusuke Ohno, da “Trace Of Breath” di Haruka Komori, che osserva le tracce vive dello tsunami del 2011, alla celebrazione di uno dei piatti giapponesi per eccellenza in “Ramen Heads” di Koki Shigeno.

Il 66. Trento Film Festival č presieduto da Mauro Leveghi e diretto da Luana Bisesti.

10/04/2018, 19:15