Note di regia di "Mare di Grano"
Perché raccontare questa storia oggi? La nostra società hi-tech ha creato un profondo isolamento sociale che dà la priorità più agli stimoli esterni piuttosto che a quelli interni al nostro essere, essenziali per alimentare la nostra auto consapevolezza. Tutto ciò ha contribuito a causare un grave deterioramento delle relazioni, non solo tra singoli individui, ma anche tra popoli e nazioni segnati da una crescente disparità sociale, culturale ed economica. Sfortunatamente, oggi è più difficile che mai uscire da questa situazione, perché gli errori continuano a essere tramandati, di proposito o meno, di generazione in generazione. Se desideriamo un vero cambiamento, sia gli adulti che i bambini devono sentire il bisogno di tornare a sognare, immaginare ed esprimere quei sentimenti che aiutano a socializzare.
Arianna e Martino, nell'accompagnare Adam al mare, per cercare i suoi genitori, sono costretti ad agire con quella spontaneità che stavano perdendo. Questa scelta porterà i nostri giovani protagonisti ad un'esplorazione del territorio che supera i pregiudizi e lascia che i loro pensieri e le loro emozioni scorrano liberamente per andare oltre le differenze sociali e culturali. Il loro viaggio verso il mare non solo elimina le scorie che pesano sulla nostra esistenza, ma serve anche a stimolare quella rigenerazione dello spirito a cui tutti noi, grandi e piccini, dovremmo ispirarci per migliorare la nostra società. Il film è stato girato in susseguenza, i tre bambini non hanno mai letto la sceneggiatura, conoscevano solo l’itinerario geografico, per esaltarne la spontaneità in modo da permettere loro di “vivere” il film e non di “recitarlo”.
Fabrizio Guarducci