MOSTRA LIA PASQUALINO NOTO - Due ritratti di Matilde Gagliardo
I “Ritratti” in video di Giovanni Gagliardo di Carpinello e di Janne Vibaek Pasqualino, realizzati da Matilde Gagliardo nel 2007, saranno esposti a ciclo continuo alla mostra “Lia Pasqualino Noto”. La mostra sarà ospitata, a Palermo, nella casa-studio della pittrice, in occasione di “Manifesta 12” e “Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018”, per il ciclo espositivo “Signori prego si accomodino”, ideato e curato da Geraldine Blais con il sostegno e la collaborazione di Marsèll. Dal 18 giugno al 1° luglio 2018. Inaugurazione lunedì 18 giugno 2018, ore 18:00-21:00, solo su invito. Orari 10:00-12:00, 17:00-20:00, solo su prenotazione.
Il progetto, dedicato alla valorizzazione di grandi artisti del passato, si sviluppa come un dialogo tra la loro eredità culturale e creativi contemporanei, attivando inediti percorsi all’interno di luoghi intimamente legati alla vicenda umana e alla poetica di protagonisti fondamentali della storia dell’arte recente.
La mostra si articolerà come un progetto costruito ad hoc per la città e dedicato a un’artista che proprio a Palermo ha legato indissolubilmente la sua vita e la sua arte: Lia Pasqualino Noto (Palermo, 1909 – Palermo, 1998) celebrando così il ventesimo anniversario della sua scomparsa.
Da lunedì 18 giugno a domenica 1° luglio 2018, apriranno per la prima volta al pubblico le porte della casa-studio dell’artista. Il progetto ha coinvolto diversi artisti del panorama internazionale contemporaneo, invitati a relazionarsi con la vita e l’opera della pittrice palermitana, in un percorso che si riappropria degli spazi di casa Pasqualino Noto. Creando uno scenario capace di dialogare in sintonia con l’atmosfera e gli ambienti preesistenti, si rende testimonianza di quel fervore intellettuale che fu fra i più vivi focolari culturali della città di Palermo, ospitando tra le più radicali personalità del panorama artistico italiano fra le due guerre.
Lia Pasqualino Noto, esponente del Gruppo dei Quattro insieme a Renato Guttuso, Nino Franchina e Giovanni Barbera, fu una dinamica e singolare voce femminile della pittura dei primi del Novecento, a lungo lasciata ai margini dal dibattito artistico, ma figura fondamentale del panorama culturale palermitano. La pittrice affrontò con ferma posizione e coraggiosa coerenza gli influssi dei nuovi stili pittorici del suo tempo, dagli epiloghi del futurismo sino al più deciso astrattismo. Nel suo percorso artistico e nella sua storia emergeranno i grandi contrasti dell’Italia tra gli anni ’30 e gli anni ’50, tra cui la questione del femminile, incontrata nelle sue personali difficoltà a raggiungere il successo, di pubblico e critica, in quanto donna, arrivando a giocare sull’equivoco creato dal doppio cognome “Pasqualino Noto” per lasciare credere che il suo lavoro fosse opera di un uomo, suo marito Guglielmo Pasqualino.
Opere di Matilde Gagliardo esposte alla mostra “Lia Pasqualino Noto”:
Ritratto 65, Giovanni Gagliardo di Carpinello, imprenditore agricolo e manager, 2007, 10’
Ritratto 67, Janne Vibaek Pasqualino, antropologa, 2007, 10’
I Ritratti,film ‘silenziosi’, sono stati realizzati da Matilde Gagliardo dal 2005 in poi. Ai protagonisti, i più svariati per mestiere ed età, l’artista chiede di posare per circa dieci minuti, senza parlare né agire. Trascorso tale tempo registra i loro commenti sull’esperienza appena vissuta. Sino ad ora ha prodotto centosessanta Ritrattie la serie continua ad accrescersi.
Con le persone che ci guardano dallo schermo si può anche dialogare: i Ritratti in video inducono infatti a stabilire una conversazione silenziosa, ideale con i soggetti ritratti, accompagnata dai soli suoni dello spazio circostante. Guardando i personaggi filmati in assenza di parole – sebbene di ciascuno si possano soltanto immaginare i pensieri e le reazioni –, si palesa in maniera sottile la loro individualità, mentre al contempo le figure che ci “osservano”, ci portano a volgere lo sguardo all’interno di noi stessi. È un’occasione per avvicinarsi al loro spirito e al nostro, per soffermarci, per pensare, per percepire i nostri valori più profondi. Le persone ritratte ci sono accanto anche se ci occupiamo d’altro, e alla fine, ascoltando le loro considerazioni, usciamo dall’incanto di questi taciti colloqui.
16/06/2018, 12:23