ORTIGIA FILM FESTIVAL X - Storie del Dormiveglia
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Storie del dormiveglia", il documentario di
Luca Magi sulla vita senza tetto, dopo il
Premio al Biografilm Festival nella sezione Biografilm Italia e il Premio della Giuria del Concorso Internazionale Lungometraggi Documentari all’Euganea Film Festival, è nella Vetrina Documentari di Ortigia Film Festival, dal 9 al 15 luglio in anteprima regionale.
Il doc nasce dall’esperienza del regista come operatore in una struttura d’accoglienza notturna per senza tetto. Il Rostom è un centro d’accoglienza per persone senza fissa dimora, una struttura situata nell’estrema periferia di Bologna. Dal buio, tra una sigaretta e l’altra, emergono i volti e le parole di chi resta nel dormitorio per una sola notte o di chi ne ha fatto la propria casa. Uomini e donne con un passato difficile, esiliati in un presente di perpetua attesa. Una galassia perduta a debita distanza dal passato e dal futuro.
Il Rostom è un centro gestito da Piazza Grande e frequentato da uomini e donne con disagi sociali, economici o psichici, con problemi di salute, di dipendenza, ex-carcerati o persone con un vissuto difficile, spesso drammatico. La struttura deve il suo nome a un ospite storico del dormitorio, Rostom Mollah, di origine bengalese, morto sulla strada nell’inverno del 2013. Per il ruolo che ricoprono all’interno del centro, gli operatori sociali hanno un contatto diretto e intimo con molti ospiti. Per molti di loro, soprattutto quelli che vivono da più tempo nel dormitorio, gli operatori sopperiscono, almeno in parte, a quei legami familiari e di amicizia che hanno spesso perduto.
Luca Magi: “Ho avuto modo di conoscere e condividere aspetti intimi della vita di centinaia di persone ospitate nel centro. L’impatto con questa realtà è stato violento. I suoi ospiti sono perlopiù persone emarginate, disadattate e sole. Sono sempre rimasto molto colpito - spiega il regista - da come dietro questa fragilità di uomini e donne, dietro la loro solitudine, si nascondesse una grandezza: un senso di rivolta, qualcosa di inutile e spesso distruttivo, ma al contempo capace, se visto da vicino come nel mio caso, di trasmettere l’essenza delle cose, di attraversare gli altri con qualcosa di pulsante, vitale e capace di emozionare.”
La voce narrante del film è quella di David, un inglese che da sette anni vaga per il mondo ed è approdato al Rostom esausto e desideroso di rimettersi in piedi e raccontarsi. Con un registratore a cassette tiene un diario vocale in cui registra le proprie impressioni, le riflessioni sulla vita, sui propri sogni e sugli incontri con gli altri ospiti del dormitorio.
14/07/2018, 09:37
La Redazione