Note di regia di "Da Lassù"
Da Lassù è la fantastica avventura di Adele e Tobia, due fratellini di 5 e 7 anni, nella casa di campagna del nonno, adulto custode della loro fantasia. È l’incontro tra due mondi, quello reale, terreno, della meravigliosa vigna secolare irpina e quello fantastico, a tratti pericoloso, del mondo di “lassù”, il mondo della fantasia e della magia immateriale. È un inno alla volontà di credere: nei superpoteri, nella fantasia dei bambini, nella tenerezza di un bimbo che cerca di aiutare una sua coetanea (con o senza superpoteri), nell’esistenza di un “mondo di sopra”, immateriale ma comunicante col nostro.
È d’estate, quando normalmente i bambini hanno più tempo, in giornate scandite da passeggiate tra le vigne, vecchi film e semplici giochi di campagna che i fratellini vivono l’incontro straordinario con un bimbo mascherato, Luca. Il fratellino più piccolo è convinto che sia un supereroe venuto dallo spazio, e i due fratelli si decidono a nasconderlo e a intraprendere con lui delle avventure, mentre i grandi li cercano disperati.
L’ambientazione è tutta all’interno di una tenuta vinicola dell’Irpinia. Il paesaggio è quello delle vigne secolari dagli intrecci che si elevano verso il cielo a formare una specie di pergolato. Un paesaggio unico dove le viti secolari e i loro intrecci sono parte della narrazione e della costruzione di questo mondo senza tempo.
È il nonno (Claudio Bigagli), il motore delle fantasie dei piccoli. È lui che fa vedere loro un vecchio film di fantascienza, che alimenta la naturale propensione al fantastico del più piccolo dei fratelli, e che fa da cardine tra l’incontro di due mondi.
I bambini, il bambino supereroe e il nonno hanno una cosa che li accomuna: il loro sguardo fisso verso il mondo di ‘lassù”, il mondo “di sopra”. Che sia il mondo di partenza di creature aliene che arrivano a invadere la terra, come nel film che il nonno mostra ai bimbi (era film preferito di loro padre, dice…); che sia il mondo con cui cerca di comunicare il bimbo supereroe tendendo la spada al cielo, (forse cercando un contatto col la famiglia d’origine, crede Tobia); che sia il mondo che cercano continuamente i fratellini nella loro volontà di credere ai superpoteri di Luca, di liberare gli uccelli per farli tornare al cielo, nelle riflessioni interiori di Adele. Tutto fa pensare alla ricerca di un contatto con qualcosa di meno terrestre e meno vicino. I bimbi sono in vacanza col nonno, non sappiamo nulla dei loro genitori, ma l’atteggiamento del nonno fa pensare che qualcuno sia mancato e che i bambini vogliano colmare un qualche vuoto terreno.
Teresa Paoli