FILM FESTIVAL DELLA LESSINIA XXIV - Presentato il programma
Saranno le montagne vere e quelle immaginarie le protagoniste della XXIV edizione del
Film Festival della Lessinia che si svolgerà a Bosco Chiesanuova (Verona) dal 24 agosto al 2 settembre.
Dieci giorni di proiezioni sul grande schermo del Teatro Vittoria e un articolato programma di eventi sia cinematografici che culturali: gli attesi Caffè con i registi che raggiungeranno la Lessinia per incontrare il pubblico, la programmazione pensata per bambini e ragazzi FFDL+; gli incontri letterari di Parole Alte organizzati con l’Università degli Studi di Verona; la possibilità di scegliere tra escursioni guidate, mostre tematiche, laboratori didattici, concerti nella Piazza del Festival; e ancora letture alla Libreria della Montagna e i momenti conviviali da assaporare negli spazi dell’Osteria del Festival. Numerosi gli appuntamenti, annodati dal filo rosso dell’omaggio tematico dell’edizione 2018: la montagna immaginaria.
La rassegna cinematografica, ancora una volta sotto la direzione artistica di
Alessandro Anderloni, prenderà il via il 24 agosto con l’anteprima italiana di Retablo del regista peruviano Alvaro Delgado Aparicio. Un altro evento speciale, a chiusura della manifestazione, ricorderà il maestro del cinema Ermanno Olmi con la visione di uno dei suoi capolavori, L’albero degli zoccoli.
Nel mezzo, una carrellata di opere cinematografiche internazionali: 63 film provenienti da 37 Paesi del mondo (il più alto numero finora raggiunto) selezionati tra oltre 500 pellicole visionate. Saranno 23 le anteprime italiane; tra queste, 24 animazioni e cortometraggi di FFDL+, il “festival nel festival” per bimbi e adolescenti.
Vita, storia, tradizioni delle terre alte e lontane girate tra Bhutan, Nepal, Taiwan, Kirghizistan ed Estonia. Significativa sarà la rappresentanza sudamericana con proiezioni giunte in Lessinia da Brasile, Perù, Venezuela, Bolivia. Non mancheranno proposte da Giappone, India, Canada e America oltre che da quasi tutti gli Stati dell’Europa. Da qui proverranno alcuni dei registi presenti al Festival, grazie anche al Gruppo Fimauto BMW che è partner della mobilità.
Ad assegnare la Lessinia d’Oro, la Lessinia d’Argento e gli altri riconoscimenti sarà una giuria internazionale composta da Daniel Burlac (Romania), Massimiliano De Serio (Italia), Stefan König (Austria), Montserrat Guiu (Spagna), Elena Negriolli (Italia).
Torna il Premio del Pubblico Cantine Bertani che gli spettatori del Festival assegnano al film da loro stessi votato. Per il settimo anno la Giuria Microcosmo dei detenuti della Casa Circondariale di Verona attribuirà il proprio premio speciale a uno dei film in concorso. La giuria Log To Green Movie Award selezionerà la miglior opera sui temi dell’eco-sostenibilità. Così i più piccoli, che sceglieranno la loro animazione preferita per il Premio dei bambini.
In
Concorso, la sezione principale del
Festival della Lessinia, saranno 27 le opere cinematografiche. Una panoramica ricchissima per generi, luoghi di provenienza e tematiche trattate: dal lungometraggio di apertura, Retablo, che affronta una storia di pregiudizio e violenza contro le persone omosessuali in un’isolata enclave di montagna, al documentario The Remnants sui cercatori di residui bellici in Laos.
Interessante sarà la selezione dei lungometraggi, con opere prime come il visionario Kratki izlet del croato Igor Bezinović e il “road movie” dal Kirghizistan Suleiman gora della giovane Elizaveta Stishov. E stimolante sarà il programma dei cortometraggi con il ritorno in concorso dell’animazione nell'evocativo La Tigre de Tasmania di Vergine Keaton e Die Herberge di Ulu Braun, un surreale ritratto della montagna di ieri e di oggi.
Cinque saranno i cortometraggi documentari, tra cui il cinese Guan sui monaci-pastori tibetani, mentre dalla Grecia arriverà il potente 8th Continent che interroga su una montagna di giubbotti di salvataggio arancioni: quelli utilizzati nel salvataggio dei migranti. Da segnalare inoltre il ritorno, dopo qualche anno di assenza, del grande documentario naturalistico con Sengirè di Mindaugas Survila, straordinario ritratto del microcosmo animale e vegetale di una foresta lituana.
Dagli albori della civiltà, la montagna è catalizzatore di simboli e allegorie. Dall’Olimpo all’Ararat, passando per il Monte Meru, Kunlun e la Sierra de la Plata, fino al Purgatorio dantesco e al Monte Carmelo: cime favolose e monti immaginari hanno popolato le nostre narrazioni, tracciando una mappa altimetrica che spesso non trova riscontro sul planisfero conosciuto.
Il Cinema, spesso mutuando dalla letteratura, ha ritagliato nella pellicola i profili di queste montagne. La retrospettiva "
La montagna immaginaria" li percorre, a partire dal film d’esordio di Leni Riefenstahl nel 1932, La bella maledetta (Das blaue Licht), con l’ascesa all’inaccessibile e immaginaria vetta del Monte Cristallo e alla misteriosa luce azzurra che da esso emana. Cinque anni più tardi, ispirandosi all’omonimo libro di James Hilton, Frank Capra realizza Orizzonte perduto (Lost Horizon), contribuendo alla diffusione popolare del mito di Shangri-La, la mitica città del benessere nascosta tra le vette dell’Himalaya. Sempre da una fascinazione letteraria, il Monte Analogo di René Daumal, Alejandro Jodorowsky partorisce La montagna sacra (La montaña sagrada), un grandioso affresco psichedelico in cui alchimia, esoterismo e psicoanalisi si fondono.
L’Oriente e la cultura religione shintoista riconoscono uno spirito divino alle terre alte.
Al cinema, Hayao Miyazaki riprende tale visione in opere come Principessa Mononoke (Mononoke-hime) con il giovane principe Ashitaka che si unisce a una ragazza-lupo per difendere l’incontaminata montagna del Dio cervo. Kinoshita, nel 1958, realizza il capolavoro La leggenda di Narayama (Narayama bushiko) dove si narra dell’anziana vedova Orin e di suo figlio Tatsuhei, che dovrà accompagnarla sulla cima del mistico monte Narayama per abbandonarla al suo destino. All’anima dei luoghi guarda pure la serie televisiva inaugurata nel 1990, Twin Peaks, con gli immaginari boschi tra le “due vette” sorti dagli incubi di David Lynch e Mark Frost.
L’idea di una montagna immaginaria e inesistente sarà percorsa negli incontri letterari
Parole Alte che il Festival organizza in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona. Ma ad aprire e chiudere il ciclo di incontri saranno rispettivamente un ricordo sui cento anni dalla Grande Guerra, nella Ballata senza nome di Massimo Bubola (24 agosto), e un omaggio a dieci anni dalla morte di Mario Rigoni Stern (1 settembre) con Giuseppe Mendicino.
Alle montagne sacre nell’Ebraismo guarderà l’incontro con la scrittrice Elena Loewenthal per tracciare una mappa storico-geografica, dal Sinai al Monte Moriah dove Abramo sacrificò Isacco e al Monte Nebo dove morì Mosè, intorno all’idea dell’altezza come luogo di particolare connessione fra Dio e l’uomo. Il linguista Andrea Moro arriverà in Lessinia per presentare Il segreto di Pietramala in dialogo con Alessandra Tomaselli. Al Monte Analogo sarà dedicata la conferenza-concerto del compositore Michele Lobaccaro, fondatore dei Radiodervish, con canzoni originali liberamente ispirate al romanzo di René Daumal.
Della montagna invisibile parlerà invece lo speleologo Francesco Sauro intrecciando le sue esplorazioni sui Monti Tepui a partire dalle suggestioni de Il mondo perduto raccontato da Sir Arthur Conan Doyle. Lo scrittore Stefano Salzani e la filosofa Adriana Cavarero saliranno metaforicamente le balze de Il libro delle nove rupi, testo medievale in versi che dice degli abitanti delle nove rupi dell'orrida montagna che sovrasta il mondo.
Tra i protagonisti lo stesso Alessandro Anderloni, affiancato da Mario Allegri, in un appuntamento dedicato al Purgatorio di Dante.
All’omaggio tematico del Festival sarà dedicata in Sala Olimpica la mostra Le montagne immaginate dai bambini della Pinacoteca Internazionale dell’Età Evolutiva “Aldo Cibaldi” che esporrà i disegni, raccolti dagli anni Sessanta ad oggi, in cui bambini di tutto il mondo ritraggono la loro idea di terre alte.
Nel nuovo Centro Socio Culturale troverà spazio Såm - Seme: esplorazione visiva della Lessinia da parte sette artisti (Paola Fiorini, Davide Galandini, Nicolò Lucchi, Emanuele Brutti, Chiara Bandino, Francesco Biasi e Ana Blagojevic) sotto la curatela di Steve Bisson, fondatore della piattaforma Urbanautica. Såm (in lingua cimbra seme) nasce in collaborazione con Fonderia 20.9, contenitore espositivo e laboratorio sulla fotografia contemporanea. Durante il Festival, il fotografo francese Mathieu-Bernard Reymon curerà il workshop di fotografia contemporanea “Possible Landscapes” organizzato da Landscape Stories.
Aperta tutti i giorni, la
Piazza del Festival, di fronte al Teatro Vittoria, ospiterà la Libreria della Montagna allestita da Bussinelli Editore, nonché il bar e la tavola calda “Lo Scrigno del Buongustaio” oltre all’enogastronomia con i formaggi Dop della montagna veronese del Consorzio Monte Veronese e i vini delle Cantine Bertani.
Novità saranno le tre serate di Lessinia Gourmet, proposte in collaborazione con AltaLessinia. Otto ristoratori della Lessinia proporranno piatti esclusivi con i prodotti della montagna veronese, abbinati ai Vini Bertani, in collaborazione con Slow Food Verona, negli spazi dell’Osteria del Festival rinnovati grazie a Lambertini e Ceramiche Benedetti.
01/08/2018, 15:02