FILM FESTIVAL DELLA LESSINIA XXIV - Alla
scoperta delle montagne fantastiche
Si raggiungono cime fantastiche ed evocative quest’anno al
Film Festival della Lessinia. La rassegna cinematografica internazionale di Bosco Chiesanuova ospita domenica 26 agosto 2018 due incontri di Parole Alte.
Dai Monti Pallidi di Karl Felix Wolf al caso della “Santissima di Polcenigo”, dalle leggende cimbre di Asiago a quelle della Lessinia, dal mito della “Montagna perduta” alle tradizioni trentine sugli esseri silvestri. Alle 10 in Sala Olimpica Giovanni Kezich, direttore del Museo degli usi e costumi della gente trentina, coordina una tavola rotonda a cura del Curatorium Cimbricum Veronense con Clara Mazzi dell’Università di Milano, Cesare Poppi dell’Università di Lugano, Sergio Bonato dell’Istituto di cultura cimbra, Nadia Massella del Curatorium Cimbricum Veronense, il giornalista Pietro Crivellaro e l’illustratore Andrea Foches.
La montagna è il luogo dove ci si eleva, in cui cielo e terra s’incontrano. Ne parla, alle 16.30, la scrittrice Elena Loewenthal, presentata dalla filosofa Adriana Cavarero, già docente dell’ateneo scaligero. Nel racconto biblico le terre alte hanno un ruolo centrale: “salire” non è solo un gesto fisico, ma mentale e spirituale. Dio chiama verso l’alto, dapprima Abramo ordinandogli di sacrificare il figlio amato. Poi Mosè, ingiungendogli di togliersi i calzari e proseguire a piedi nudi verso la rivelazione della legge. Gli dirà ancora, di arrampicarsi, quando lo condurrà dolcemente verso la morte.
Alle 16 le proiezioni pomeridiane di Montagne Italiane prendono il via col cortometraggio ’Nfaccivento – Controvento di Giovanni Gaetani Liseo alle prese con la quotidianità dell’ottantaseienne Salvatore. Ogni mattina, in compagnia di un mulo, porta al pascolo le sue venti pecore. Le giornate trascorrono uguali da decenni, ma un tempo non era così: il pastore sognava il benessere, fino al tragico evento che gli ha sconvolto la vita.
A seguire Le allettanti promesse di Chiara Campara e Lorenzo Faggi (in sala per dialogare con gli spettatori). Cosa può accadere se un paese di 700 abitanti, sui monti in provincia di Lecco, deve ospitare il raduno internazionale dei volontari di Wikipedia? A Esino Lario, nel 2016, due mondi speculari si sono incontrati per una settimana: un microcosmo diviso tra contemporaneità e tradizione.
Il pomeriggio prosegue alle 18 con la sezione Concorso. Si inizia con l’anteprima italiana Tudi – Terra di Su Hung En in cui l’identità di un uomo, di una famiglia, di un popolo sorge dalle zolle di terra. Halong, ultimo discendente di generazioni di contadini taiwanesi, deve decidere se vendere i suoi possedimenti per lo sviluppo turistico della zona che abita o proseguire il cammino dei suoi avi. In The remnants – Quello che resta i documentaristi Paolo Barberi e Riccardo Russo (presenti al Teatro Vittoria per incontrare il pubblico del Festival) mostrano il paesaggio del Laos che, durante la guerra del Vietnam, è stato tracciato dal conflitto: due milioni di tonnellate di esplosivi sono state riversate dal 1963 al 1974. Dopo quarant’anni le esistenze dei suoi abitanti sono ancora percorse dalle cicatrici di una follia che attraversa l'ambiente, la quotidianità e il ricordo di un terribile passato.
Alle 21 la serata si apre con Premier amour – Primo amore di Jules Carrin, ambientato in una remota regione della Francia ancorata ad antichi rancori, a un’economia di sussistenza, a un tempo immobile. Una giovane coppia sa che il legame che li unisce è la sola possibilità di evadere dall’oppressivo orizzonte montano. È un cortometraggio come l’anteprima italiana Le tigre de Tasmanie – La tigre della Tasmania della giovane film-maker francese Vergine Keaton. La sua attenzione si concentra sul Tilacino, o Tigre della Tasmania: lupo marsupiale estinto all’inizio del Novecento il cui sinuoso profilo genera una danza visiva che attraversa terra, magma e montagne creando un anello tra distruzione e rinascita.
A seguire Nueve nudos – Nove nodi di Lorena Colmenares che parla di Maria e José, soli davanti alla morte. Secondo l'antico rito, intrecciano nove nodi e per ciascuno una preghiera al defunto e nove desideri. Die herberge – L’ostello di Ulu Braun è ambientato su una montagna ora inospitale, ora idilliaca, ora surreale; dove un paesaggio biblico si fonde con i segni inequivocabili della civiltà occidentale, si erge un diroccato “ostello" in cui si incontrano mondi, epoche e personaggi tra i più diversi. In 8th continent – Ottavo continente del regista ateniese Yorgos Zois un puntino arancione galleggia sull’azzurro mare di Grecia; un’imbarcazione si avvicina e lo tira a bordo. Al centro di un’isola poco distante cresce una montagna di salvagenti, giubbotti di salvataggio e coperte termiche.
25/08/2018, 15:30