VENEZIA 75 - Susanna Nicchiarelli: “Le donne non pensano
di diventare registe perché mancano i modelli”
Si è svolto oggi il primo dibattito dedicato alle donne e al loro ruolo nella società e nel lavoro, promosso dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, con la collaborazione di Events2B, con il Patrocinio della Regione Veneto, dal titolo:
About Women. Il ciclo di incontri, si svolge nello Spazio FEdS allestito presso la Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior, al Lido di Venezia, in occasione della 75.ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
Hanno partecipato all’incontro odierno: Susanna Nicchiarelli, regista; Costanza Quatriglio, regista; Anna Maria Bernini, politica, Senato della Repubblica; Emma Petitti, Assessore al bilancio, riordino istituzionale, risorse umane e pari opportunità della Regione Emilia Romagna; Alessandra Zedda, politica, Regione Sardegna; Linda Gilli, Presidente e Amministratore Delegato di Inaz Srl. Ha condotto: Tiziana Ferrario, inviata Tg1 Rai.
L’attenzione è particolarmente focalizzata sui temi del “salary gap” e su quello delle discriminazioni di genere in ambito cinematografico e in quello professionale. L’iniziativa raccoglie il testimone di quei movimenti che negli ultimi tempi hanno scosso le coscienze nel mondo della settima arte, dando voce a discriminazioni e soprusi subiti dalle protagoniste femminili. Dalle quote rosa in politica e nelle aziende, alla parità dei diritti a tutela della maternità, alle uguali opportunità di lavoro e di salario, al doveroso rispetto della persona. Sono solo alcuni dei temi About Women. L’obiettivo è quello di raccontare la realtà attraverso delle storie vere per capire quali sono tutte le iniziative culturali e politiche da mettere in campo, nonché valorizzare ciò che già di positivo si sta facendo concretamente.
Mons. Davide Milani: “
Il rischio è che le donne non riescano a farsi vedere, a mettere in luce il loro talento. Noi vogliamo dar loro una voce”. Tiziana Ferrario: “Questo è stato un anno di grande fermento, che è parti dagli Stato Uniti. L’Istat ci dice che il 49% delle donne in Italia lavora, ma in Europa il 62%. Siamo il fanalino di coda. Gli economisti ci dicono che la parità aumenterebbe il nostro PIL, quindi migliorare la vita e aumentare il benessere delle famiglie”.
Una sola regista donna in concorso a Venezia 75.
Susanna Nicchiarelli: “
Nelle scuole di cinema le domande al corso di regia di donne sono solo il 20%. C’è un problema di visibilità. Le donne non pensano di poter diventare registe, perché mancano i modelli. Bisogna farsi vedere, ispirare. Il rischio è di essere invisibili. L’importante oggi è parlare, comunicare. La discriminazione è subliminale”. Costanza Quatriglio: “Una volta un bambino mi ha detto di non aver mai visto un regista femmina. Fare la regista è un atto di coraggio. Io l’ho fatto con un po’ di incoscienza. Questo è un mestiere che si fa in condivisione, ci va coraggio. Troppe volte questa professione viene delegittimata. Linda Gilli: “Poche donne diventano manager. E purtroppo ci sono gap salariali. Ma affermarsi vuol dire valorizzare se stesse, sostenendo anche meglio la famiglia. Dobbiamo lavorare insieme agli uomini, per creare condivisione e armonia”.
Anna Maria Bernini: “
Le donne vengono spesso attaccate anche rete. Dietro a uno schermo sono tutti leoni da testiera. In alcune realtà è stata raggiunta una parità, in altre bisogna lavorare ancora molto. I problemi sono noti a tutti. Sull’insulto c’è poco da fare, alcuni scaricano così la loro frustrazione. Voglio rispetto, restando me stessa. In politica per tanti anni hanno lavorato in una situazione di minoranza, unendosi. Oggi sono molte di più. Ma i numeri non corrispondono al loro peso decisionale. La mia soluzione è culturale. In America il problema non si pone, perché la parità è acquisita. Bisogna educare i bambini, partendo dalla famiglia e dalla scuola. L’obiettivo è eliminare gli stereotipi di genere. Sia nel privato che nel pubblico servono supporti alla maternità, per permettere alle mamme di tornare a lavorare”.
Alessandra Zedda: “
I casi di violenza e femminicidio aumentano di giorno in giorno. In Sardegna abbiamo varato all’unanimità una legge che tutela le vittime. Serve una rivoluzione culturale che vogliamo parta dalla famiglia e dalle scuole. Servono luoghi di accoglienza. Le istituzioni devo intervenire, con accordi e protocolli. Bisogna supportare il reinserimento lavorativo. Questa deve diventare una legge a livello nazionale”. Emma Petitti: “Serve una nuova consapevolezza, una trasversalità politica che va oltre il colore. Abbiamo bisogno di investimenti. In Emilia Romagna si è investito tantissimo sui centri educativi. Abbiamo il 63% di occupazione femminile. Queste non sono solo questioni femminili, ma riguardano tutti”.
03/09/2018, 18:18