Note di sceneggiatura de "I Bastardi di Pizzofalcone 2"
Il linguaggio della letteratura e quello del cinema hanno forme ed esigenze diverse. Una diversità che aumenta nel caso del passaggio da un nucleo di romanzi a una serie tv. Quando poi i romanzi hanno una forte impronta d’autore e un carattere proprio, la traduzione da un linguaggio all’altro si fa più difficile. È quello che ho pensato dopo aver letto i romanzi di Maurizio de Giovanni. Il secondo passo era guardare la prima serie, e qui voglio fare un applauso a tutti quelli che a vario titolo vi hanno partecipato. Sistemato il passato restava da capire come costruire il futuro. La prima serie aveva catturato i “bastardi” di de Giovanni dando loro un volto (un cast davvero felice!) e trovando un modo di racconto che restituiva, almeno in parte, l’anima dei romanzi. Quindi bisognava ricominciare da lì. Ma per farlo nel modo migliore la strada era quella di lasciarsi liberi di “tradire” la struttura, cambiare le scalette del racconto cercando di esaltare ancora di più lo “spirito bastardo” dei nostri eroi e della città che li ospita. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza una bussola.
La bussola è Maurizio de Giovanni. Diciamola così: senza di lui i Bastardi non esisterebbero né fra le pagine di un libro, né sullo schermo. Questo lo davo per scontato fin dal primo momento e fin dal primo momento mi chiedevo (non senza un filo di apprensione) come sarà lavorare con de Giovanni? La prova che fosse un bravo scrittore erano i suoi libri, ma la prova che fosse un essere umano frequentabile chi me la dava? Per prima cosa sono andato a cercarlo su Google. Non cercavo le sue dichiarazioni, né i commenti. Cercavo la sua faccia. Una foto che mi facesse immaginare qualcosa. L’ho trovata senza fatica: viso aperto. Poi ho sentito la sua voce. Incredibile: sembrava Pino Daniele. Un buon biglietto da visita. Ora che lo conosco posso dire due, tre cose che so di lui: ha un pessimo carattere, un gran talento ed è più stakanovista di Stachanov (il suo peggior difetto). Nel condividere questa avventura ci siamo impegnati, azzuffati e divertiti. Ma quello che più conta, e non era affatto scontato, siamo diventati amici. Spero che questa seconda serie rinnovi il successo della prima. Autore, sceneggiatori, attori, tecnici e regista sono sicuramente all’altezza. Io speriamo che me la cavo.
Dido Castelli (head-writer)
27/09/2018, 12:14