Note di regia di "Womanity"
Ho iniziato a pensare a questo film 10 anni fa, durante la lavorazione di Madri. L’incontro con queste donne straordinarie ha continuato a lavorare in me e, arrivata al mio decimo film, ho pensato di onorare questo traguardo importante con un documentario dedicato alle donne alla loro forza e resilienza. Ho incontrato donne incredibili nel mio percorso di vita, donne di cui non sempre ho potuto raccontare le storie, a partire da mia madre e mia nonna, donne lottatrici, eroine del quotidiano di cui si parla troppo poco o per niente.
Nei campi profughi, alle pendici dell’Himalaya, nella foresta brasiliana, nei territori occupati, nell’occidente che ha perso la sua civiltà, nei campi rom e un po’ ovunque io sia stata in questi ultimi anni, le donne mi hanno sempre parlato di futuro, di speranze, di sogni, con sacrifici incredibili hanno ricostruito le loro vite e quelle delle loro famiglie, dei loro cari, della comunità di cui fanno parte. Potrei anche dire che questo è un film sulla solitudine, perché ciascuna donna,
nella sua solitudine interiore e non, porta avanti la propria battaglia ogni giorno, in silenzio.
È stato molto complicato realizzare Womanity perché all’inizio volevo girare tutte le storie in piano sequenza che poi avrei intrecciato al montaggio. Il film narra 36 ore delle mie protagoniste, in luoghi del mondo completamente diversi, con orari diversi, clima diversi, usi diversi. Alla fine ho dovuto abbandonare l’idea del piano sequenza, pur cercando di mantenerne l’idea, il sapore!
Ho dovuto conquistare la fiducia delle protagoniste del film, abbiamo superato assieme gap linguistici e differenze culturali, ci siamo aiutate a vicenda.
Womanity è dedicato a Chantal Akerman, che ho avuto l’onore di incontrare a Venezia, eravamo entrambe nella giuria di Orizzonti, Chantal ne era la presidente.
Era brava, forte, libera e un po’ folle, come solo i geni sanno essere.
Non amava le menzogne, non aveva pregiudizi ed era inarrestabile nel cercare la verità nei film e nella vita.
Lavorare, seppur brevemente, con lei mi ha insegnato il coraggio in questo mestiere, il coraggio di non lasciarmi intimidire in un ambiente dominato dagli uomini.
Barbara Cupisti