FESTA DI ROMA 13 - "Questo è mio Fratello"
54 anni, 25 dei quali vissuti in compagnia del “male oscuro”. Attivo e creativo sin da piccolo, ha condotto una vita al massimo tra esperienze estreme, viaggi in giro per il mondo, svariate fidanzate e tre matrimoni. La telecamera è per Massimo una compagna di vita, quella che documenta anche i momenti più difficili.
Attraverso i filmini della loro infanzia e i video personali di Massimo,
Marco Leopardi cerca la verità sulla malattia del fratello, una delle più diffuse in tutto il mondo, che porta spesso al suicidio, seconda causa di morte tra i giovani. Il regista si interroga sulle possibili cause: un fattore genetico, dato che anche la madre ha in parte sofferto di depressione, o le vicissitudini della vita, in primis la morte per talassemia del primo grande amore Sandra.
Le immagini rivelano i momenti di grande energia ed entusiasmo di un uomo che mantiene, però, sempre un velo di malinconia e tristezza nello sguardo. Il suo egocentrismo, il costante mettersi di fronte all’obiettivo tradiscono, in realtà, un bisogno profondo di attenzioni. Quelle che Massimo pensa di non aver mai ricevuto dall’amato padre, timido, riservato e poco incline a grandi slanci di affetto.
È facile provare empatia per lui e immedesimarsi nei suoi pensieri oscuri e nel suo universo; come in un film di finzione in Questo è mio fratello si assiste a un lungo e spesso commovente flashback, una carrellata di ricordi e di “personaggi” che hanno preso parte alla sua vita: le mogli, la madre, i fratelli, il padre in punto di morte e il viso di Massimo che cambia nel corso degli anni.
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Questo è mio Fratello" riesce nell’impresa di raccontare la malattia mentale gettando una luce di speranza e positività senza scivolare in un facile patetismo: Massimo, nonostante il dolore anche fisico e il pensiero della morte, contrappone alla depressione una contagiosa energia che lo mantiene ancorato alla vita, lontano dal gesto estremo.
Caterina Sabato17/10/2018, 23:00