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FESTA DI ROMA 13 - "Questo è mio Fratello"


Intervista al regista Marco Leopardi e al fratello Massimo protagonista del documentario che racconta la sua lunga depressione.


FESTA DI ROMA 13 -
I fratelli Leopardi
Da dove nasce l’idea di raccontare un dramma così privato?

“Massimo ha sempre raccontato se stesso con la telecamera" dice il regista Marco Leopardi "questa passione si è protratta negli anni e così ha accumulato tantissimi filmini della sua vita, delle sue gioie e dei momenti difficili legati alla depressione. Ci sembrava doveroso dargli una forma, raccontare una storia attraverso questo repertorio che può aiutare molte persone che soffrono dello stesso male. Insieme a Massimo siamo riusciti, visionando ore ed ore di girato, dai filmini in pellicola di nostro padre fino ai video fatti con il suo cellulare, a metterli insieme con cognizione di causa per avere un quadro abbastanza completo. Insieme siamo riusciti a trasformare un male in un trampolino di lancio”.

Come ha reagito quando si è rivisto nel documentario?

Massimo Leopardi: “Rivedendo alcune immagini che avevo dimenticato, ho capito quanti anni della mia vita ho perso, quante persone non sono più accanto a me a causa della depressione, nessuno riesce a capirti e tu non riesci a farti aiutare. Nei periodi peggiori non avevo neppure la forza di alzarmi dal letto, avevo dolori in tutto il corpo. È normale così pensare al suicidio. Ti sembra in quei momenti l'unico modo per sfuggire al dolore. E le terapie farmacologiche non funzionano, anzi, ti fanno stare peggio. Credo che lo stress della vita possa influire sulla depressione. Questo film ha lo scopo di dire a chi soffre di questa malattia di trovare il coraggio, di avere speranza e, soprattutto, di cercare aiuto.”

Nel documentario si interroga sulle ragioni della malattia di suo fratello, ha trovato poi una risposta?

Marco Leopardi: “Nostra madre ha spesso passato brutti periodi, spesso si rifugiava al buio in camera nel suo silenzio. Altre volte era vitale e iperattiva come Massimo. Litigava spesso con mio padre tanto che nei momenti più bui speravo si separassero. Mi sono sempre chiesto se le tristezze di mia madre si siano trasferite dentro mio fratello. O se la depressione sia derivata dall’anaffettività che Massimo ha sempre rimproverato a mio padre. Per tutta la vita ha cercato di farsi vedere da lui pensando erroneamente di non essere amato. È difficile dare una risposta certa.”

Dopo tutti questi anni di analisi, di alti e bassi, come sta oggi?

Massimo Leopardi: “L’analisi si è conclusa da un po’ di tempo. Non si può uscire mai totalmente da questa condizione. Occuparsi di qualcuno, come ho fatto io con mio padre quando si è ammalato e ritrovare il contatto con gli altri, è fondamentale per sentirsi meglio. Ho passato tutta la vita cercando di farmi vedere da mio padre ma non si può passare tutta la vita a cercare l’affetto e l’attenzione dai propri genitori, bisogna trovare un padre interiore ma è un lungo percorso che io ancora cerco di percorrere".


Caterina Sabato

23/10/2018, 11:04