CONVERSAZIONE SU TIRESIA - Con Camilleri in sala 5-6-7 novembre
“Questo spettacolo nasce da una vera scommessa, ha dichiarato Valentina Alferj" stretta collaboratrice di Camilleri "nasce da un pomeriggio durante il quale parlando con Roberto Andò dei suoi progetti futuri ci siamo detti che sarebbe stato bello fare con Andrea qualcosa. Questo avveniva un anno fa: Camilleri aveva 92 anni e aveva completamente perso la vista e dunque era piuttosto impossibile pensare che avrebbe potuto andare al Teatro greco di Siracusa con uno spettacolo. Ne ho parlato con Andrea e all’inizio e rimasto in silenzio poi mi ha detto: “Io so cosa farò a Siracusa: io farò Tiresia”. La cosa impressionante è che per tre mesi di seguito Andrea ha studiato, si è documentato, si è fatto leggere tutto l’impossibile su Tiresia, da questo ne ha tratto un testo che ha imparato a memoria senza nessun appiglio grafico, senza nessuna possibilità di aiutare la sua memoria. Con grande gioia siamo andati a Siracusa e abbiamo avuto la possibilità di vivere questa emozione che spero arrivi anche al pubblico al cinema.”
Un’esperienza unica anche per Camilleri stesso che per la prima volta non è solo scrittore ma anche uno strabiliante attore.
“Volevo affrontarmi" ha spiegato lo scrittore "stare da solo su quell’immenso palcoscenico, cieco e parlare, raccontare una storia per la durata di circa un’ora e mezza è una grossa sfida che io volevo fare a me stesso. Quindi ho chiesto a una mia collaboratrice, Laura Pacelli, di trovarmi tutto il materiale possibile su Tiresia. Dopo 20 giorni mi ha portato quattro faldoni e ho scoperto che il personaggio di Tiresia, che per la prima volta conosciamo nell’Odissea di Omero, ha percorso tutta la letteratura non solo italiana ma anche europea e non fino ai giorni nostri, ininterrottamente. Ho impiegato tre mesi a farmi largo in questa foresta e a scegliere i punti salienti. Con mio grande dispiacere le situazioni che cito sono solo un terzo di quelle che ho avuto tra le mani. Sono riuscito a organizzare il discorso e a trovare il tono con cui intrattenere 4mila persone. Quella era per me la cosa più importante. Un tono da conversazione tra amici e ha funzionato”.
“Un raccontatore straordinario, capace di stabilire una familiarità con l’eterno" ha aggiunto il regista Andò" forse l’esperienza più emozionante della mia carriera che va aldilà del lavoro, nel senso del coinvolgimento emotivo con una persona che si ama e si stima come artista, che si mette in gioco con il proprio corpo. È una sfida pericolosa ma anche esaltante. Per me è stato vedere anche all’opera questo scrittore che amo, osservarlo muoversi senza vedere con magnetismo, mi ha stupito come ha affrontato la cecità e ha continuato a scrivere tramite Valentina. Il film è un ritratto di Andrea Camilleri ma è anche una conversazione su dei temi importanti che interesseranno molti in questo momento”.
Perché proprio il personaggio di Tiresia.
“Mi è nato spontaneamente perché attraverso la cecità Tiresia riesce a vedere non solo il presente ma anche il futuro" ha spiegato Camilleri "io ero nella mia nuova situazione di cieco e ho avuto un’illuminazione. Siccome sostengo che da quando ho perso la vista vedo le cose più chiaramente, mi sono detto che un personaggio che potrei affrontare proprio per questa menomazione è proprio Tiresia. Questo è stato l’impulso. Poi ho cominciato a ricordare di tutte le volte in cui l’avevo trovato non nei classici ma nella grande poesia anglosassone come in Erzra Pound. Poi Tiresia è un personaggio prismatico, affascinante, è stato un uomo ed è stato donna. L’atto divinatorio è fondamentale, è stato uno dei maggiori indovini, lui non prevedeva solo sventure ma anche felicità, ma quella era rara. Lui si trovava in grossa crisi perché di ogni uomo e di ogni donna che sfiorava ne vedeva l’avvenire che è quasi sempre costellato di dispiacere. È stato bello nel corso della preparazione constatare i cambiamenti di Tiresia, sembrava fatto di pongo, ogni autore lo plasmava come voleva e lui si prestava. Grandissimo fascino di enigmatico personaggio”.
E sulla sua esperienza da attore ha proseguito “Ho dedicato molta parte della mia vita al teatro: ho insegnato recitazione e regia, ho fatto 140 spettacoli teatrali. Quella che è l’arte dell’attore l’ho praticata non esibendomi d’avanti al pubblico ma dietro le quinte. Sono stato attore attraverso i centinaia di attori con i quali ho lavorato. Questo è una summa definitiva della mia esperienza teatrale. Da quando ho cominciato a scrivere 40 anni fa non è passata una mattina che io non abbia lavorato, sono un impiegato della scrittura, non ho preso un giorno di licenza per malattia. Ho fatto Tiresia l’11 giugno e dopo non avevo voglia di lavorare, sono rimasto un mese con lo sguardo e il sorriso un po’ ebete: dovevo scaricarmi di questo personaggio. Ci sono riuscito il 30 agosto”.
Caterina Sabato30/10/2018, 16:43