Note di regia di "Anatomia del Miracolo"
Questo film è nato come una soap opera senza copione e senza story bord di partenza, dove lasciando spazio all’improvvisazione della vita vera, i personaggi hanno finito per trovare da soli la rotta. Se ha l’impianto di una commedia, perché a Napoli non si può sfuggire al genere, è con la freddezza del cinema danese che ho abbordato il soggetto.
De Filippo è stato il mio punto di riferimento, l’oscillazione continua tra veglia e sonno, realtà incarnata nelle nostre aspirazioni più intime.
Se poi sono riuscita a portare un po’ di Chekhov nei dialoghi sospesi e nei silenzi, i miei sogni nel cassetto sarebbero definitivamente esauditi.
Protagonista assoluta è La Vergine dell’Arco, con il suo livido e il suo dolore: lei fa da filo conduttore al film, appare e scompare diventando simbolo o presenza magmatica secondo le esigenze. Gli altri sono comparse con aspirazioni da protagonisti e il ruolo principale se lo meritano tutti: rappresentano a pieno titolo le sfaccettature di un paese intero che in quella città si rispecchia.
Ogni personaggio è metafora, ogni vita è un tassello del puzzle.
Alessandra Celesia