TFF36 - IL PRIMO MOTO DELL'IMMOBILE
Con un volo panoramico sui verdi e pietrosi resti della civiltà Maya
Sebastiano d'Ayala Valva inizia il cammino verso la scoperta di suo zio
Giacinto Scelsi, compositore misconosciuto per gran parte della sua vita. Inizia dove concluderà dopo aver fatto un viaggio verso dimensioni di trascendenza spirituale; e se dopo 80 minuti le rovine saranno le stesse, l'occhio dello spettatore che le osserva scorrere avrà ben altra consapevolezza.
In costante equilibrio tra il ricordo dell'avo, l'urgenza di saperne di più interpellando chi lo ha conosciuto, la riflessione sui contenuti della sua musica, il documentario addensa molte informazioni ma, ancor più, stimola una sorta di percorso di apprendimento.
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ll suono è il primo movimento dell'immobile" è la dichiarazione di Scelsi scelta come centro di questo percorso, ma le direzioni di quel movimento sono inaspettate e diametralmente opposte: da un lato la scoperta della vibrazione interiore che un musicista percepisce emettendo anche una sola nota (o l'ascoltatore a recepirla), quindi la concentrazione sulla profondità verticale del suono (non altezza e non ritmo); dall'altro l'esperienza di un contatto trascendente con un 'altrove' con cui il compositore sentiva di avere un dialogo attraverso la musica, in alcuni casi facendosi tramite tra due mondi.
Per dare concretezza a questa impalcatura teorica d'Ayala Valva raccoglie soprattutto le testimonianze delle persone che Scelsi aveva scelto per interpretare le sue opere, musicisti che hanno raccolto la sua sfida, condiviso la sua ricerca, e le fa parlare, ricordare, suonare. Sono persone che hanno un intangibile denominatore comune e testimoniano la loro esperienza fuori dagli schemi.
Alle prese con una materia prima evidentemente ostica da trasmettere in un film, la scrittura del documentario distribuisce con perizia attimi di umanità (le scene familiari del regista mentre stimola il padre a rievocare), rivelazioni estetiche (sapevate che il suono dà forma? cercate video su 'esperimenti di cimatica'), esecuzioni musicali, interviste, registrazioni audio di Scelsi, immagini, immagini, suoni, suoni, parole, parole.
Materia varia catalizzata però da due climax ad evocare, attraverso elementi naturali, il compositore in persona: prima cielo buio, lampi e tuoni irrompono a vanificare la richiesta del regista “adesso vorrei che la sua musica fosse eseguita” (sappiamo che spesso Scelsi non poté assistere all’esecuzione delle sue opere) poi, a commuovere, la caduta di una palma, tagliata in tanti pezzi, palma nella quale sappiamo essersi reincarnato il maestro, secondo le sue affermazioni …
30/11/2018, 07:48
Sara Galignano