MISTERO DI UN IMPIEGATO - Un storia avvolta nel mistero
Con "
Mistero di un Impiegato" il regista, nonché attore protagonista,
Fabio Del Greco si è cimentato nel racconto di una storia grottesca, avvolta nel mistero e dai risvolti drammatici. il film si ispira chiaramente ai concetti espressi da George Orwell in 1984, ovvero all’idea di una realtà in cui tutti siamo costantemente spiati e in cui, in maniera conscia o inconscia, siamo spinti verso un’omologazione generale.
Giuseppe Russo è un uomo come tanti, ha una moglie, un lavoro in ufficio, frequenta la chiesa e coltiva le sue convinzioni politiche. Tutto questo viene però sconvolto da una videocassetta consegnatagli da un estraneo e contenente filmati della sua giovinezza di cui lui non sapeva l’esistenza. Il film si svolge per la maggior parte nella penombra, con musiche ansiogene o dal timbro surreale, arrivando ad avvolgere tutta la storia di una coltre di incertezze, paure e domande apparentemente senza risposte. Una volta raggiunta la consapevolezza della situazione, Giuseppe si trova a dover decidere se accettare la vita che qualcun altro ha programmato per lui o se condurla secondo la propria natura, anche se questo può volere dire non essere benvisti dalla società che lo circonda.
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Mistero di un Impiegato" riesce senza dubbio nell’obiettivo di creare un’atmosfera enigmatica, riesce talmente in questo proposito che talvolta risulta difficile seguire il filo logico di alcuni passaggi, tanto è forte il carattere criptico del film. Tuttavia, il messaggio di cui la pellicola si fa portavoce arriva forte e chiaro. Risuona come una critica attuale all’eccessiva e crescente omologazione verso cui la società ci sospinge. A riassumere efficacemente questi concetti sono le parole finali pronunciate da Giuseppe: “
Ti piace la tua vita da asino, o vorresti tornare alla tua vita da uomo?”. Una domanda che più che come un quesito appare come un monito e un deciso invito a riappropriarsi della propria identità.
01/04/2019, 16:35
Gabriele Nunziati