SEEYOUSOUND - "Una canzone senza finale" per i Truzzi Broders
"
Rumoraccio rumoraccio, di suonare bene non ce ne frega un cazzo". Più che un semplice ritornello, un vero e proprio manifesto di stile, o per meglio dire, di anti-stile.
Se negli anni '70 gli Squallor nella scena napoletana e gli Skiantos in quella bolognese conquistavano un nuovo pubblico con il loro rock demenziale, nei primi anni '80 anche Torino scoprì che in casa propria qualcosa di nuovo stava accadendo. Fondendo il punk a testi capaci di interpretare la crisi industriale senza mai prendersi sul serio, i Truzzi Broders divennero un vero e proprio caso musicale.
A rievocarne "le gesta" nel divertente e bel documentario "
Una canzone senza finale" sono stati Paolo Sarà e Riccardo Sarà, che dopo aver chiuso il progetto in crowdfunding, lo hanno presentato in anteprima assoluta alla V edizione del festival
Seeyousound di Torino.
La loro musica, nata quasi per gioco, seppe fare da colonna sonora per una generazione divisa tra eroina e cassaintegrazione, che si rispecchiava in versi come "
c'è chi ruba per farsi, c'è chi ruba per andare via".
A farla da padrone era la voglia di fare, di esprimersi, senza troppo mirare alla qualità, con cassette incise in fretta e furia per non spendere troppo, dando per "buona alla prima" qualcosa che non avresti voluto riascoltare. E allora non infastidisce nemmeno lo scarso livello qualitativo delle immagini di archivio, recuperate da vhs autoprodotte, che tra bruschi stacchi e sporcizia delle immagini raccontano un gruppo di amici divertenti e divertiti, tra una sala prove, un concerto in un centro sociale o un viaggio on the road.
Le interviste fatte oggi ai componenti del gruppo e a personalità della cultura torinese, aiutano a ricostruire una pagina di storia della musica tanto misconosciuta o dimenticata, quanto interessante, e a far luce in modo intelligente su cosa volesse davvero dire essere punk.
03/02/2019, 16:29
Antonio Capellupo