THE MILKY WAY - Intervista al regista Luigi D'Alife
È in corso di lavorazione il documentario "
The Milky Way", diretto da
Luigi D'Alife. Abbiamo intervistato il regista per saperne di più.
Cos'è The Milky Way? Come nasce?
Nasce dalla volontà e anche un po' dalla necessità di raccontare cosa succede sulle Alpi Occidentali, perché da un anno e mezzo circa sto seguendo la questione: io abito a Torino, abbastanza vicino al confine occidentale.
I media mainstream ne parlano come di una nuova rotta dell'emigrazione, quando in realtà questa rotta non ha nulla di nuovo, il territorio da millenni è attraversato da questi flussi.
Abbiamo iniziato a raccontare il contesto del territorio, sul confine, una frontiera che va a dividere quella che possiamo considerare un'unica popolazione montanara, basti pensare che chi vive sul lato francese parla lo stesso dialetto di chi sta in Italia.
Per me era importante provare a contestualizzare quello che succede oggi dando uno sguardo al passato recente, che racconta di come siano stati tanti gli italiani che clandestinamente hanno superato quel confine per andare a lavorare in Francia.
State facendo una serie di incontri per promuovere il documentario, in cui il tuo corto "Il confine occidentale" serve come antipasto: è nato così? Come vanno questi incontri?
Il corto è stato girato nel periodo tra Natale 2017 e Capodanno, all'inizio del 2018: quando l'ho iniziato la volontà non era quella di fare né il corto né il film, ma solo di documentare quello che avevo davanti agli occhi. Decine di persone che ogni giorno provavano a superare le Alpi in condizioni pericolosissime, senza materiale adeguato e conoscenza del posto, a circa 2000 metri di altitudine e con 2 metri di neve intorno. La militarizzazione del confine ha reso il tutto ancora più pericoloso.
"
Il confine occidentale" è un racconto a sé, mostra quel che avveniva lo scorso inverno che non è quello che succede in questo inverno, in cui la rotta più usata è quella dell'asse tra Clavière e il Monginevro. Ma è comunque un buon biglietto da visita per far capire alle persone quello su cui stiamo lavorando e ciò che potrà essere "
The Milky Way".
Abbiamo finora fatto un paio di presentazioni, a Torino e in Valsusa, importanti per raccogliere fondi ma anche per confrontarci, raccogliere idee e suggestioni.
Per completare il documentario cosa manca? A che punto sei?
Abbiamo aperto una
campagna di crowdfunding, fondamentale per noi.
Da un paio di giorni siamo tornati dal secondo set, ci sono le mie riprese degli ultimi 18 mesi e poi da gennaio un nuovo giro di filmati, seguendo i migranti e mostrando le tappe del loro viaggio. Un racconto emotivamente forte.
Il film si comporrà di parti diverse, ma è fondamentale dare spazio all'attualità e a ciò che succede. Stiamo puntando in alto, con una narrazione diversa da quella a cui siamo abituati.
Come seguire il proseguio del lavoro?
Abbiamo una
pagina Facebook in cui quotidianamente aggiorniamo tutti sul lavoro fatto, sulle riprese e sugli sviluppi. Da lì si potranno avere tutte le notizie, a lavoro finito, sulle proiezioni future.
01/03/2019, 19:17
Carlo Griseri