Note di regia de "L'Unione falla forse"
L’esigenza di realizzare “L’unione falla forse”, nasce dal bisogno di comprendere l’evoluzione esponenziale (o involuzione, a seconda dei punti di vista) di alcuni movimenti associativi, che attraverso manifestazioni, spazi mediatici, campagne sui social network e varie pubblicazioni, urlano al mondo intero la loro preoccupazione per l’incolumità della famiglia eterosessuale e dei bambini, a causa delle unioni omosessuali. Essendo membro di una famiglia eterosessuale, non riuscivo a comprendere come il riconoscimento giuridico dell’unione di due persone dello stesso sesso, avrebbe potuto mettere in pericolo me e l’incolumità della mia famiglia, nonché la mia eventuale futura progenie. Una ricerca partita quindi spontaneamente nel novembre 2015, mi ha portato a raccogliere un infinità di materiale audio/video e giornalistico su quello che poi son riuscito a identificare alla fine come vero tema della mia ricerca, di cui all’inizio davvero non avrei mai sospettato: l’omofobia. L’omofobia nel 2019 esiste ancora e si è evoluta nascondendosi sotto lo slogan del “Difendiamo la famiglia”. Rendendomi conto di aver compreso questo, solo dopo un attenta e ampia ricerca, ho pensato alla moltitudine d persone che magari condivide davvero il pensiero della “difesa della famiglia”, ma ignora le reali e subdole motivazioni che portano queste associazioni a prodigare il bene della famiglia “naturale”, esclusivamente attraverso la propaganda del divieto alla concessione di diritti verso gli omosessuali. Ma questo non vuole essere un film sull’omofobia. In molti di quegli articoli letti e riletti ci sono voci autorevoli di medici, psicologi, studiosi e docenti universitari che parlano di “anormalità”. Quindi questo vuole essere un film sulla bellezza di tante “normalità” differenti, che esistono e fanno parte di una realtà che va affrontata e compresa, cosa che in questo Paese probabilmente non è mai stata fatta a livello antropologico, ma che da oggi è stata introdotta a livello politico. Gli italiani saranno pronti? In un periodo storico in cui anche il Papa, massimo esponente del credo cattolico, ha dichiarato al mondo intero: “ Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? ”, mi chiedo come sia possibile che venga ancora propagandato odio verso chi possiede un orientamento sessuale differente, per giunta senza neanche dichiararlo apertamente ma camuffandolo da “messaggio per la difesa della famiglia” così da allargare il più possibile la cerchia di ricettori di quel velato ma pericoloso messaggio: “I vostri figli e le vostre famiglie sono in pericolo perché gli omosessuali si uniscono, si sposano e si amano”. Io credo che il velo debba essere sollevato, anche a causa di un’ intolleranza diffusa non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo, provocando a volte stragi e suicidi.