Note di regia di "Diec - Il Miracolo di Illegio"
La scelta migliore per narrare una realtà di così difficile definizione è quella di andare oltre al semplice testimoniare una tale unicità, provando invece a raccontarne le dinamiche, senza filtri narrativi ma solo immergendosi totalmente nel suo scorrere quotidiano. E nel farlo, provare anche a spingere la riflessione più in là, più in profondità, perché raccontare Illegio non vuol dire solo raccontare una storia, per quanto eccezionale, ma far riflettere su parole come comunità, persona, identità, coraggio, bellezza, fede… Il documentario «Dieç» si avvale di una fotografia bilanciata tra il paesaggio umano, quello naturale e quello creato dall’arte. La popolazione locale, custode della tradizione di Illegio, è al centro del documentario, seguendola nel suo vivere quotidiano lungo lo scorrere dei mesi, di stagione in stagione. Gradualmente l’esistenza di tutti si modifica con l’avvicinarsi dei lavori della mostra d’arte. Nelle intenzioni della regia non ci sono interviste frontali, i dialoghi che nasceranno ed i contenuti relativi saranno frutto dell’osservazione della camera, i personaggi si racconteranno attraverso flussi di pensieri, attraverso azioni, attraverso la vita. Allo stesso modo, le figure di Don Alessio e Don Angelo saranno seguite nel corso delle loro giornate in paese e diventeranno il punto di riferimento dello spettatore, così come lo sono già per gli abitanti di Illegio. Grazie a loro, ancora una volta, il piccolo borgo incontrerà la grande arte. Un’attenzione particolare sarà riservata alla dimensione sonora: la musica sarà solo un accompagnamento al paesaggio sonoro peculiare del paese, un modo questo per trasmettere un clima così unico.
Thomas Turolo