Note di regia di "Le Mani sulle Macerie"
L’idea per questo cortometraggio nasce dalla cronaca di quanto accaduto negli ultimi anni, a seguito dei diversi terremoti che hanno colpito il centro Italia. Il film racconta una vicenda familiare all’interno di una catastrofe naturale con tutte le conseguenze che questa comporta, dove i protagonisti lottano per continuare semplicemente a fare quello che hanno sempre fatto, coscienti del loro diritto di poterlo fare e animati da un viscerale e genuino attaccamento alle loro attività, alla loro terra, alle tradizioni; nonostante i rischi, le difficoltà e la solitudine. Questi personaggi, nel film sono motivati dalla speranza di rimettere in piedi la propria comunità, necessaria non solo per sentirsi parte di qualcosa, ma soprattutto per la difesa della propria identità; malgrado questa sia insidiata da una minaccia: l’ombra della criminalità che avidamente trama, nel desiderio di lucrare sulla loro tragedia, prima che si ripristini una situazione di nuova quotidianità.
Man mano che univo gli elementi del racconto, era sempre più evidente la presenza di tutti i canoni del western. Ecco, dunque, il perché della scelta di raccontare questa vicenda, anziché in chiave realistica, in quella del genere che le era quasi connaturata. Un western contemporaneo dove i coloni sono i superstiti terremotati e i pistoleri fuori legge sono i corrotti faccendieri, in un paesaggio remoto dove la frontiera è sostituita dai monti dell’appennino. Il potenziale metaforico del western, tradotto in un’ambientazione nostrana e in una vicenda tipicamente italiana, mi permette di gettare lo spettatore in una terra di confine e di conquista, un territorio aspro e difficile abitato da famiglie che eroicamente lottano e si scontrano per la difesa dei valori più nobili, contro i loschi affaristi che vogliono approfittarsi del loro dolore.
Niccolò Riviera