FLORENCE KOREA FILM FESTIVAL 17 - Tutti i premi
“Burning”, ultimo lavoro del regista Lee Chang-dong, si aggiudica il premio come miglior film del 17/mo Florence Korea Film Fest, il festival dedicato alla cinematografia della Corea del Sud che si è tenuto a Firenze dal 21 al 28 marzo presso il cinema La Compagnia. Basato sul racconto breve “Barn Burning” dello scrittore giapponese Murakami, L’enigmatica pellicola fotografa la realtà di tre giovani che innescano un ménage à trois dai risvolti misteriosi.
Venerdì 29 marzo a partire dalle 21.00, il party finale del festival al BUH! Circolo culturale urbano. Il piatto forte della serata sarà la breakdance dei Seoul City B-Boy (Gamblerz Crew): una compagnia di ballo di Seoul composta da ballerini B-boy che in 15 anni hanno vinto circa 40 competizioni al livello mondiale. Recentemente si è occupata di loro anche il New York Times, menzionandoli in un articolo sulla sull'emergente scena dei B-boy Coreani. In apertura una performance di tip tap curata dai Tuballoswing e ispirata al film di apertura del festival “Swing Kids”, che vanta tra i suoi protagonisti Do Kyung-soo, attore già membro della boy-band EXO con il nome d’arte D.O. A concludere l'evento il dj set di K-Tiger la prima radio italiana 100% K-POP, un'abbreviazione che sta a significare musica pop coreana, genere musicale seguito da oltre 2 milioni di persone in tutta Italia, molto apprezzato dai giovanissimi.
Il riconoscimento a “Burning” di Lee Chang Dong è stato assegnato dalla giuria presieduta dall’attrice, sceneggiatrice e regista Emanuela Mascherini, e composta da: Silvia Minelli, direttore organizzativo del Florence Queer Festival; Michele Baldini, collaboratore della rivista Lungarno, esecutivo del Centro Cinema Fratelli Taviani e presentatore del Rock Contest di Controradio; Federico Frusciante, musicista e critico conosciuto per i suoi dissacranti e schietti video su Youtube che spaziano da recensioni cinematografiche a consigli letterari e musicali e Roberto Pecorale, docente di lingua e cultura cinese.
Questa la motivazione: “Una rivalità amorosa che diventa rivalità sociale, avvolta nel mistero e trafitta dal nichilismo. Colpisce per l’abilità con la quale l’evento intimo che mette in scena rivela una società intera a sé stessa. Un film che non lascia spazio a facili morali né a sicuri approdi neorealisti, dal respiro marziale e dal finale quasi metafisico”.
Menzione speciale per “The spy gone North” di Yoon Jong-Bin: “Per l'accuratezza della ricostruzione storica e l'intensità della narrazione, a far luce, con coraggio e stile, su aspetti chiave di una contemporaneità che non è ancora riuscita a fare del tutto i conti con i fantasmi del XX secolo”.
A vincere nella sezione Independent Korea è “Clean Up” di Kwon Man-Ki: “Una storia di redenzione senza retorica, emotivamente vorace eppure analitica. Particolarmente felice l'ambientazione, all'interno di un'impresa di pulizie, metafora di un'altra pulizia più intima: quella delle ombre del nostro passato”.
Menzione speciale a “Nailed” di Ha Yoon-Jae: “Per l’originalità del soggetto, l’estetica filmica, il taglio stilistico e la messa in scena; per l'abilità e la sensibilità con cui la regista traccia e scavalca in punta di dita il sottile confine tra dramma e commedia”.
Ad aggiudicarsi il premio del pubblico, denominato Asiana Airlines Audience Award è “The spy gone North” di Yoon Jong-Bin.
28/03/2019, 18:29