ASIA ARGENTO - A Torino a mostra ANTOLOGIA ANALOGICA
Il Museo Nazionale del Cinema presenta alla Mole Antonelliana
ASIA ARGENTO ANTOLOGIA ANALOGICA, un’esposizione che ha come protagonista Asia Argento fotografa.
La mostra, a cura di Stefano Iachetti, è organizzata dal Museo Nazionale del Cinema come evento collaterale del 34°
Lovers Film Festival, che avrà luogo a Torino dal 24 al 28 aprile 2019.
Asia Argento è conosciuta dal grande pubblico come attrice e regista, è meno conosciuta nelle vesti di fotografa, anche se ha pubblicato le sue immagini in importanti riviste nazionali e internazionali. Fotografa come la nonna paterna, Elda Luxardo, dalla quale ha ereditato il gusto estetico, la tecnica di ripresa e del ritocco a mano. Asia Argento, con le sue immagini, stampe da negativi 35mm e Polaroid, offre al pubblico una parte del suo mondo, attraverso autoritratti, volti, suggestioni, colori ed elaborazioni grafiche.
In mostra, sulla cancellata esterna della Mole Antonelliana, 23 immagini di grande formato da lei realizzate, tra il 2001 e il 2004, utilizzando la pellicola 35mm, alle quali si aggiungono quattro scatti realizzati da Stefano Iachetti che ritraggono Asia sul set di Incompresa, da lei diretto nel 2013. Nell’Aula del Tempio, cuore del Museo Nazionale del Cinema, sotto i grandi schermi trova posto una suggestiva serie di circa 170 Polaroid, sulle quali l’artista è intervenuta con colori e materiali, creando una fusione estremamente interessante e ricca di omaggi a musicisti, attori e artisti in genere.
A completamento della mostra, un catalogo bilingue edito da Scalpendi Editore, dal titolo Asia Argento Antologia Analogica, a cura di Stefano Iachetti, che comprende le 27 fotografie dei pannelli esterni e una selezione delle Polaroid in mostra, oltre a includere testi di Sergio Toffetti, Stefano Iachetti e un’intervista a Asia Argento raccolta dal curatore.
“Le attrici, gli attori, fanno un mestiere che “si guarda” – sottolinea Sergio Toffetti, Presidente del Museo Nazionale del Cinema. Non solo perché siamo noi a guardarli, quando si offrono in scena. Ma perché devono costantemente guardarsi: “da dentro” per sentire la parte, e “da fuori” come primi spettatori di se stessi. Questa mostra sottolinea la centralità della fotografia nelle nostre collezioni, e rappresenta un’occasione per far dialogare l’allestimento museale con la creatività contemporanea”.
“Asia ha ereditato dalla nonna la passione per la fotografia, il gusto estetico, la tecnica di ripresa e del ritocco a mano - nota Stefano Iachetti, curatore della mostra. Qui ne dà prova e offre al pubblico una parte del suo mondo, attraverso autoritratti, volti, suggestioni, colori ed elaborazioni grafiche, mostrando la capacità di osservare il mondo e catturare l’attimo, trasmettendo emozioni attraverso le sue immagini”.
“Le Polaroid per me sono la materia dei ricordi, anzi la memoria stessa - racconta Asia Argento. Quando ho iniziato a lavorare nel cinema negli anni 80 si usavano le Polaroid per fare i raccordi, perché non esistevano le foto digitali. E come erano misteriose! Era impossibile prevedere quello che sarebbe uscito fuori dopo lo scatto. Non potevi controllare il risultato, non potevi dominarlo: la macchina decideva per te. Ricordo che, quando ero bambina, ogni volta che iniziavo un film, mio padre veniva a trovarmi sul set e mi scattava una Polaroid per immortalare quell’istante. Ho accumulato e conservato tantissime Polaroid ed ho notato che col tempo scolorano, come la memoria cambia i colori, col passar del tempo, quando la manipoliamo per renderla accettabile a noi stessi. Il bianco diventa rosa, il nero diventa verde, tutti i colori sbiadiscono e mutano di tono."
Come un insieme di scatole cinesi, la mostra propone un gioco di omaggi e citazioni tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta, in omaggio all’avanguardia artistica fondata a Weimar, il gruppo Bauhaus si impone come una delle band più importanti e rappresentative del movimento gotico. In un intreccio di celebrazioni e citazioni, le Polaroid elaborate da Asia onorano la band che, a sua volta, con il brano di esordio, uno degli inni della musica dark, - Bela Lugosi's Dead - inneggia all’attore ungherese, interprete del Dracula diretto nel 1931 da Tod Browning, anche lui ricordato da Asia in un’altra Polaroid esposta.
17/04/2019, 11:22