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TRENTO FILM FESTIVAL 67 - Premio CAI "Genziana
d'Oro" a "La Regina di Casetta"


Il documentario "La Regina di Casetta" di Francesco Fei, regista toscano e girato a Casetta di Tiara un paese tra l’appennino tosco-emiliano, si è aggiudicato il premio Club Alpino Italiano (CAI) Genziana D’Oro come miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna dalla giuria composta da Charlène Dinhut (Francia), Ed Douglas (Gran Bretagna), Arūnas Matelis (Lituania), Eliane Raheb (Libano) e Giulio Sangiorgio (Italia).


TRENTO FILM FESTIVAL 67 - Premio CAI
Una scena di "La Regina di Casetta"
Il documentario di Francesco Fei ha per protagonista Gregoria, l’unica ragazzina che vive a Casetta di Tiara, un paesino di soli 11 abitanti sperduto sull’Appennino tosco-emiliano, nel Comune di Palazzuolo sul Senio (Firenze). Tra versi di Dino Campana (il poeta soggiornò qualche giorno nel paese toscano), passaggi di stagione, riti naturali e la caccia al cinghiale, le immagini che compongono la storia accompagnano lo spettatore fino al primo giorno di liceo di Gregoria, momento che segna il suo trasferimento in valle.

"Una storia semplice quella di Gregoria" – si legge nella motivazione della giuria - "ragazza di 14 anni, seguita per l'arco di un anno, nel momento in cui la vita richiede una delle scelte più difficili: abbandonare il proprio piccolo paese dell’Appennino per proseguire gli studi in città, oppure sobbarcarsi la fatica di lunghe e disagiate trasferte quotidiane. Il film documenta una particolare consapevolezza da parte dei giovani dell’unicità di territori apparentemente marginali, ma che in realtà costituiscono la spina dorsale dell’intero Paese. Quella realtà che la ragazza definisce “luogo magico”, resistendo alla tentazione di seguire l'esempio di quei tanti abitanti che nei decenni scorsi hanno abbandonato quei luoghi. Gregoria diventa così il simbolo di quelle comunità montane che vivono certo in condizioni disagiate ma sono custodi e sentinelle di un territorio fragile. Una bella storia, semplice e vera, di amore e attaccamento. L’essenziale colonna sonora, composta quasi esclusivamente dai rumori della natura, si pone in sintonia con le immagini e la semplicità del racconto. Si inseriscono bene anche i versi di Dino Campana".

04/05/2019, 14:15

Lionella Bianca Fiorillo