FERRUCCIO - La tenera storia di un robottino
Duccio, l’anziano inventore protagonista del corto, dà vita a
Ferruccio, un robottino dotato di un’anima che sogna di trasformarsi in qualcosa di più speciale, vuole poter spiccare il volo, proprio come Pinocchio aspira a diventare un “bambino vero”.
Ferruccio – Storia di un robottino del regista
Stefano De Felici si ispira alla storia di Geppetto e Pinocchio ma ne crea una narrazione al passo coi tempi, in cui anche qui il personaggio umano è legato con un amore paterno alla sua creazione ma questa, invece di essere fatta di legno come nell’opera di Collodi, è composta da metallo e cavi elettrici.
L’impressione che si ha guardando il film è quella di trovarsi davanti ad una fiaba riportata su schermo. Questa sensazione è in special modo data dalla scelta di far condurre il filo narrativo ad una voce narrante esterna, che ne recita gli sviluppi in rima anziché in prosa. A questo si aggiunge una struttura della storia estremamente lineare, due soli personaggi in scena e riprese in un’ambientazione familiare.
Con questa impostazione estremamente semplice
Ferruccio – storia di un robottino si volge a trattare il tema dello sviluppo sociale ed umano attraverso la scienza. La presenza di entrambi questi elementi, semplicità dell’impianto narrativo e rilevanza del contenuto, rende il cortometraggio una visione accattivante per grandi e piccini.
“[La storia] del progresso non avrà mai confine finché vivrà qualcuno mosso dall’ambizione di migliorare la vita di altre persone”, con queste parole la voce narrante ci accompagna verso la conclusione della pellicola. Sembra perciò che il personaggio di Ferruccio sia un modo per celebrare tutti coloro che, grazie alle loro capacità ed all’insaziabile sete di nuovi traguardi, continuano a spostare più in alto l’asticella dell’evoluzione scientifica e tecnologica. I risultati ottenuti finora non sono però che il principio di ciò che l’umanità è in grado di realizzare. Il fatto che sul finale il robottino mostri sul suo schermo la scritta “c’era una volta…” con cui invece solitamente le fiabe esordiscono, sembra voler proprio suggerire quest’idea: se la storia del regista De Felici è conclusa, quella dell’essere umano è soltanto all’inizio delle sue conquiste.
Oltre a questo, potremmo leggere un invito rivolto a tutti noi, un invito cioè a guardare (nel nostro piccolo) sempre alle stelle, ai nostri sogni più grandi, senza mai temere di mettersi in gioco per paura di non essere capaci abbastanza.
16/05/2019, 20:17
Gabriele Nunziati