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IL FLAUTO MAGICO DI PIAZZA VIT... - Rivisitazione
multietnica di Mozart


In uscita il 20 giugno il film diretto da Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu e interpretato dai musicisti‐attori della multietnica Orchestra di Piazza Vittorio. Una coproduzione Paco Cinematografica e Denis Friedman Productions in collaborazione con Rai Cinema.


IL FLAUTO MAGICO DI PIAZZA VIT... - Rivisitazione multietnica di Mozart
Magia e musical in una rivisitazione “multietnica” dell’omonima opera di Mozart. “Il Flauto Magico di Piazza Vittorio” č un progetto concepito da Mario Tronco fondatore dell’Orchestra che prende il nome dalla famosa piazza di Roma punto di ritrovo di numerose comunitŕ di etnie diverse. Il compositore ha diretto insieme al regista Gianfranco Cabiddu questa favola immortale rispecchiando nella messa in scena i principi e le caratteristiche dell’Orchestra di Piazza Vittorio: un miscuglio di lingue e culture musicali diverse. Tanti sono i musicisti provenienti da diverse parti del mondo che dal 2002 hanno preso parte a questo progetto. Il film č recitato e cantato in otto lingue diverse a seconda delle tradizioni musicali dei protagonisti. C’č il cubano Ernesto Lopez Maturell nella parte di Tamino innamorato della principessa Pamina, l’italiana Violetta Zironi, che deve liberare dalle grinfie del malvagio Sarastro interpretato da Fabrizio Bentivoglio che ha collaborato anche alla sceneggiatura del film. E poi il tunisino Houcine Ataa nella parte di Monostato e il Narratore Omar Lopez Valle.

Nel film Piazza Vittorio per magia durante la notte si anima di personaggi misteriosi e affascinanti, un universo che non conosce confini nel quale la fantasia e la musica sono i protagonisti assoluti. Dal tramonto all’alba l’opera di Mozart diventa una favola musicale che ha il suono di mille voci, le suggestioni inebrianti di culture lontane. Una diversitŕ che č solo arricchimento e mai distanza: in questo senso “Il Flauto magico di Piazza Vittorio” diventa metafora dell’importanza dell’integrazione anche alla luce delle costanti tensioni sociali dovute alla paura del diverso, dello straniero.

Una fusione di generi anche dal punto di vista tecnico: come i riferimenti al teatro barocco e lirico con i tipici arredi artigianali uniti alla modernitŕ degli effetti digitali volutamente “grezzi”.

18/06/2019, 10:12

Caterina Sabato